ALOE: Internazionale Missionaria

La Sesta internazionale

Durante un incontro internazionale dei partiti della sinistra, svoltosi a Caracas dal 19 al 21 novembre del 2009, Hugo Chavez, discusso presidente venezuelano dal 1999, ha lanciato la proposta di convocare la Quinta Internazionale, quale istanza dei partiti, correnti socialiste e movimenti sociali del mondo, per una strategia comune di lotta anti-imperialista, per il superamento del capitalismo verso il socialismo e per un nuovo tipo d’integrazione economica solidale. La piattaforma ideologica di questa quinta internazionale è stata sottoscritta con il documento che va sotto il nome de “L’impegno di Caracas”. “In sintesi – affermano i sottoscrittori – la crisi del capitalismo non si può semplicemente ridurre a una crisi finanziaria, è una crisi strutturale del capitale, dove si combinano la crisi economica, ecologica, alimentare ed energetica, che nel complesso rappresentano una minaccia mortale per l’umanità e per la madre terra. Di fronte a questa crisi vediamo come assi fondamentali della nostra lotta per un mondo migliore la difesa della madre terra e la costruzione di una società ecologista e sostenibile”. Difficile dare loro torto e il sogno di costruire nel XXI secolo, a partire dai movimenti e dalle organizzazioni popolari del Sud del Mondo quella società socialista, per la quale hanno invece fallito i movimenti e le organizzazioni del Nord del Mondo, mi appare davvero generoso, anche se sarà un po’ difficile che si realizzi. L’uomo ha bisogno di sogni più che di pane.[2]

Il simbolo più famoso di questo sogno rivoluzionario, è stato da sempre “L’internazionale”, inno che, nelle varie e diverse espressioni nazionali, ha costituito la colonna sonora di molti movimenti rivoluzionari. Come non condividere, sia pure da posizioni ideali diverse, l’anelito che sta dietro al ritornello che continuamente ritorna nella versione italiana: “Su, lottiam! l’ideale nostro alfine sarà l’Internazionale futura umanità!”. L’uomo non può non coltivare questo sogno grande e generoso di una comunità umana che raccoglie in amicizia e collaborazione tutti i popoli della terra. Esso è inscritto nella sua stessa biologia, nelle stesse catene elicoidali del DNA. La condivisione – altro nome parallelo a quello di socialismo – è una struttura della nostra stessa mente che, come oggi sappiamo in seguito alla scoperta dei neuroni a specchio[3], emerge dal gioco incredibile delle imitazioni dei nostri neuroni cerebrali. L’individuo, questo mito inossidabile della modernità, in realtà non esiste. Lo dice e lo ripete René Girard[4] da oltre mezzo secolo. Siamo strutturalmente esseri interconnessi e il nostro ideale non può che espandersi lungo la stessa direttiva dell’interconnessione globale di tutti con tutti, i cui termini chiave sono: ‘inter-essere’, ‘inter-naturale’, ‘inter-individuale’, ‘inter-nazionale’ appunto.

Verso la fine di Luglio del 1996 io e mia moglie siamo definitivamente rientrati in Italia dopo la nostra esperienza quinquennale di volontariato internazionale in Zambia. Eravamo pieni di entusiasmo per tutto quello che avevamo vissuto insieme ai nostri due figli ancora piccolissimi. Cercavamo la maniera di condividere questo entusiasmo e  questa ricchezza. Uno dei nostri primi incontri più significativi al nostro rientro nel nostro territorio è stato quello di una persona davvero straordinaria, un missionario reduce da venti anni di foresta amazzonica colombiana, dove aveva visto arrivare, tra la sua gente, la nefasta coltivazione della Coca, che lui aveva, a suo modo, cercato di contrastare con progetti di riconversione agricola per tentare di rendere redditizia la sostituzione delle coltivazioni di Coca con altre coltivazioni alimentari.  Entrammo subito in sintonia con p. Beppe Svanera dei Missionari della Consolata, persona piena di idee e di progetti, estremamente comunicativa e coinvolgente. Insieme a noi si aggregarono altri amici, nel segno dell’amore per la cosiddetta “missione ad gentes” e la fraternità universale.

Insieme abbiamo fondato una internazionale missionaria, una associazione di volontariato che potremmo definire, con un pizzico di ironia, una sorta di “sesta internazionale”, l’associazione ALOE Onlus. La parola ‘Aloe’ qui non rappresenta tanto la famosa pianta di origine tropicale, ricca di proprietà medicinali ed estetiche, quanto l’acronimo delle iniziali di tutti i continenti: A come Asia, Africa America L come Latina, O come Oceania ed E come Europa. Non si ispira alle ‘internazionali’ socialiste sopra menzionate, ma ne respira lo stesso slancio e la stessa aria di fondo. Quell’aria di cui parlava Gandhi quando affermava che “il nostro obiettivo è l’amicizia con il mondo intero”. Grazie ad essa abbiamo cercato di unire il locale con l’universale. “Dal territorio di Fermo ai territori del Mondo” suona il titolo di una nostra piccola pubblicazione. Ogni territorio, debitamente esplorato, può riservare ingenti risorse che vanno sfruttate e fatte fruttificare. Noi abbiamo cercato di fare tutto questo con la risorsa ‘missionaria’.

L’associazione ALOE Onlus

L’Associazione missionaria ALOE, costituitasi e registrata a Fermo il 30 ottobre 1998, è una ONLUS iscritta al Registro del Volontariato della Regione Marche e al Registro Regionale delle associazioni operanti per la Pace, i Diritti Umani, la Cooperazione e la Solidarietà Internazionale. Fin dalla sua costituzione ALOE ha dato inizio alle sue attività con la finalità di sensibilizzare la Società Civile delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata alla solidarietà internazionale attraverso la promozione della conoscenza e dell’appoggio al lavoro di missionari e volontari internazionali originari del nostro territorio e presenti in tutti i continenti, la realizzazione di progetti di cooperazione anche con l’invio di volontari.

Le principali attività associative

Informazione.Aloe organizza unaserie di incontri annuali aperti alla cittadinanza su tematiche o testimonianze dei Paesi in via di sviluppo; fa opera di sensibilizzazione nelle scuole di concerto con il Centro Servizi per il Volontariato; cura la pubblicazione quadrimestrale di una Lettera di Collegamento, l’edizione di una collana di libri denominata “Comunicare la solidarietà”, la realizzazione di video multimediali sui progetti realizzati; promuove convegni, marce della solidarietà, concerti di beneficenza, mostre fotografiche, rassegne cinematografiche, eventi musicali, ecc.

Formazione.A partire dal 2003 Aloe effettua un corso annuale di formazione, denominato “Il senso del partire” e destinato a persone che intendono fare  esperienze anche brevi di volontariato in missione (minimo un mese), che vogliono collaborare con l’associazione per l’attività sul territorio o che intendono solamente informarsi sulle problematiche della solidarietà internazionale.

Ricerca Fondi.L’associazione promuove l’autotassazione di soci e simpatizzanti; campagne di solidarietà e raccolta fondi in favore di progetti di cooperazione realizzati da missionari e volontari laici; sensibilizzazione ad iniziative di cooperazione decentrata degli Enti Locali.

Sostegno Progetti.A partire dalla sua costituzione,Aloe Onlus ha sostenuto e sostiene progetti in Siria, Bangladesh, Indonesia, Filippine, Zambia, Camerun, Tanzania, Etiopia, Benin, Togo, Egitto, Colombia, Brasile, Perù.

Esperienze in missione. Ogni anno, decine di volontari dell’associazione effettuanoesperienze brevi o prolungate nelle missioni in Siria, Brasile, Colombia, Congo, Zambia, Togo, Tanzania, Etiopia, Benin, Camerun, con l’obiettivo di una presa di coscienza sul campo e di un attivo impegno per la solidarietà internazionale al rientro. Alcuni di essi hanno trascorso qualche hanno come volontari in alcune missioni.

I progetti sostenuti nel mondo

BANGLADESH: Riattivazione di scuole rurali nei villaggi tribali del sud

Nel 2000, ALOE decide di sostenere l’opera del volontario marchigiano originario di Montegiorgio (Fermo), Lucidio Ceci, esperto di educazione elementare, che viveva e lavorava già in Bangladesh da molti anni e che recentemente era entrato in contatto con minoranze tribali non bengalesi nella regione a sud di Chittagong. Lucidio Ceci, sin dal primo incontro, si rende subito conto che sulla carta le scuole governative esistevano anche in questi villaggi, ma non funzionavano sia per elevato numero di alunni per classe (fino a 100), sia per l’assenteismo degli stessi maestri bengalesi. In collaborazione con un istituto scolastico locale – il Matamuhuri College di Lama –, decide di sviluppare un progetto per questa situazione, con l’obiettivo di entrare nelle scuole governative di questi villaggi rurali, per riattivarle dall’interno. I risultati del progetto, nei dieci anni di attività, sono stati: a) la costituzione iniziale di una associazione di maestri bengalesi “Shuktara” (‘La stella del mattino’), attualmente composta da 50 maestri; b) l’intervento di Shuktara sulle scuole di circa un centinaio di villaggi; c) in ciascuna scuola l’avvio per tre/cinque anni consecutivi di una ‘classe pilota’ di 40 alunni diretta dal maestro di Shuktara, con materiale didattico innovativo prodotto dagli esperti di Shuktara; d) la riattivazione completa, dopo qualche anno, dell’intera scuola di villaggio ad opera dei maestri governativi costretti a seguire l’esempio delle ‘classi pilota’;  e)  la costituzione, in ogni villaggio, di ‘comitati di genitori’ con il compito di vigilanza sulla gestione della scuola. Sino ad oggi sono stati coinvolti nelle classi pilota circa 5.000 bambini e hanno potuto usufruire del progetto non meno di 25.000 bambini. Agli occhi del governo bengalese, l’ente promotore del progetto è l’associazione Shuktara, il cui direttore è il volontario italiano Lucidio Ceci.

BENIN: Approvvigionamento idrico nel villaggio di Ina

In Benin operano i missionari cappuccini delle Marche, fra i quali padre Vincenzo Febi di Fermo, in particolare in due missioni: la prima nella periferia della capitale, Cotonou, una vera e propria metropoli del terzo mondo, con tutte le sue problematiche di gente sradicata dalla propria cultura ancestrale e ammassata nelle baraccopoli; la seconda in un villaggio tradizionale del nord, Ina, dove la vita scorre ancora nella sua forma tradizionale, ma dove le infrastrutture sociali sono minime. Entrati in contatto con questi missionari grazie a viaggi di turismo consapevole organizzati dal loro centro missioni estere, a partire dal 2005 abbiamo iniziato ad appoggiare le loro opere sociali.

Nel periodo 2006-2007, l’associazione ha finanziato un progetto di approvvigionamento idrico con la realizzazione di 7 pozzi nel villaggio di Ina, all’estremo nord del Benin, dove i missionari dei Padri Cappuccini delle Marche stavano impiantando una nuova missione. Il progetto si poneva come obiettivo la creazione di una minima infrastruttura idrica in diversi quartieri del villaggio. I benefici risultanti sono stati: un alleviamento del carico di lavoro delle donne di tali quartieri, costrette a procurarsi acqua con lunghi percorsi, e la crescita dell’igiene nella popolazione interessata, grazie alla maggiore disponibilità di acqua.

BENIN: Sostegno alle attività formative per i bambini di strada

Nella capitale Cotonou i missionari cappuccini, accanto alla loro attività evangelizzatrice, si dedicano alla educazione e formazione scolastica con importanti strutture a favore dei bambini e dei ragazzi, come orfanotrofi e scuole, con l’obiettivo del recupero dei bambini di strada e di una educazione che prepari le nuove generazioni beninesi ad essere agenti del proprio sviluppo.

Negli anni 2008 e 2009 abbiamo sostenuto l’Orfanotrofio di Cotonou, dove i missionari offrono una casa, per vivere, crescere e formasi, a molti bambini di strada della capitale, orfani o addirittura abbandonati e perfino rifiutati dalle proprie famiglie a causa di credenze tradizionali legate alla stregoneria, che fa dei bambini più emarginati o problematici, altrettanti piccoli stregoni da combattere ed eliminare.

Nei due anni successivi, 2010-2011, Aloe si è impegnata, sempre a Cotonou, per la ristrutturazione e miglioria di un piccolo centro scolastico per la scuola dell’infanzia in un quartiere della missione, con la costruzione delle mura di cinta della scuola, necessarie per impedire che i bambini corrano il rischio di venire rapiti e rivenduti come domestici alle famiglie più abbienti e con la costruzione di bagni necessari per l’igiene e per evitare quelle “fogne a cielo aperto” che causano tante malattie. Obiettivi di questo progetto in corso sono dunque la sicurezza e l’igiene dei piccoli alunni.

BRASILE: Progetto Speranza e Scuola famiglia Agricola a Sucupira do Norte

In Brasile Aloe si è coinvolta con in una missione di Sucupira do Norte, nel territorio dello Stato del Maranaho dove opera la missionaria laica Anna Maria Panegalli. Obiettivo di questo progetto è l’educazione di bambini e ragazzi della fascia più povera della zona con due iniziative: il “Progetto Speranza” e la “Scuola Famiglia Agricola”. Il Progetto Speranza è dedicato ai bambini in età di scuola elementare (primi quattro anni), mentre la “Scuola Famiglia Agricola” è dedicata ai ragazzi in età di scuola media (secondi quattro anni) e incentrata soprattutto sulla formazione specifica alle tecniche agricole per migliorare la qualità della vita dei poveri contadini della zona e tentare di fermare così l’esodo verso le invivibili periferie urbane. Nell’arco di cinque anni di attività oltre 500 bambini hanno potuto completare la propria formazione in questi due progetti che ogni anno danno la possibilità di formazione a 150 bambini nel “Progetto Speranza” e 70 nella “Scuola Famiglia Agricola”. Nella missione di Anna Maria si sono recati diversi volontari di Aloe distribuiti negli anni, ed anche una volontaria in servizio civile internazionale. Il progetto è portato avanti da una cooperativa locale diretta dalla missionaria. Attualmente il sostegno prosegue nella forma delle ‘adozioni a distanza’.

CAMERUN: Riattivazione della falegnameria di Ossoessam

L’associazione Aloe è stata costituita alla fine di ottobre del 1998 perché all’inizio di novembre dello stesso anno partiva come volontario internazionale con una ONG di Milano, il COE (Centro Orientamento Educativo), un artigiano falegname di Fermo che era stato selezionato dallo stesso organismo per essere inviato in un loro progetto in Camerun, dove avrebbe dovuto riattivare un centro professionale nel villaggio di Ossoessam, distretto di Mbalmayo (Regione del Centro). Dal novembre 1998 al novembre 2000, Aloe ha appoggiato l’azione del volontario in questo progetto con una intensa campagna di raccolta fondi. Obiettivo del progetto è stato quello della creazione di un piccolo polo di produzione, utilizzando e trasformando materiali localmente reperibili, per la promozione della imprenditorialità giovanile a livello di villaggio e come freno all’abbandono delle zone rurali. I risultati del progetto sono stati la completa riattivazione della falegnameria con il rinnovo dei macchinari revisionati o rinnovati; l’elettrificazione del laboratorio attraverso l’allaccio alla linea elettrica ad alta tensione grazie a un trasformatore; la formazione di un piccolo numero di apprendisti che avrebbero dovuto continuare a gestire il centro; e, per ultimo, una forte sensibilizzazione sul volontariato internazionale nel territorio fermano. Pur essendo questo un progetto del COE di Milano, l’associazione Aloe ha affiancato il COE nell’accompagnamento del volontario per tutto il periodo e nella copertura integrale dei costi grazie al coinvolgimento sia della diocesi di Fermo che di sette comuni con Fermo come capofila.

CAMERUN: Realizzazione di una scuola materna nel villaggio di Zouzoui

Dal mese di settembre 2008 fino all’agosto 2009Aloe è stata impegnata in prima persona a sostenere un progetto con una propria volontaria in un villaggio del Camerun del nord. Alice Beltrami di Porto Sant’Elpidio (Fermo) ha terminato ai primi di settembre del 2008, il suo anno di servizio civile internazionale, a Mouda, nella Provincia dell’Estremo Nord; e al suo rientro riporta la richiesta fattale da un altro missionario del PIME, p. George Palliparambil, di dedicarsi alla implementazione, nel villaggio di Zouzoui, di un asilo come quello nel quale aveva lavorato durante l’anno di servizio civile. Aloe accoglie la proposta e decide di finanziare la realizzazione di questo progetto con la presenza della propria volontaria in loco come coordinatrice. Obiettivi del progetto erano: inizialmente la formazione di maestre locali e l’informazione delle famiglie, soprattutto mamme, sull’importanza del mandare i propri piccoli a scuola; quindi la realizzazione di una struttura per le attività e infine l’avvio dell’attività didattica vera e propria. In due anni questi obiettivi sono stati interamente acquisiti ed ora i circa 150 bambini del villaggio in età tra i tre e i sei anni hanno la possibilità di trascorrere il proprio tempo a scuola. Il costo del progetto è stato interamente sostenuto da Aloe, grazie ai fondi raccolti tramite la vendita del libro Maifeo figlia della luna, diario fotografico scritto dalla volontaria nel suo anno di servizio civile e pubblicato da Aloe.

COLOMBIA: Promozione della cooperativa agricola ‘agrosolidaria’

Padre Beppe Svanera dei missionari della Consolata, socio fondatore di Aloe, opera dal 2005 in Colombia, nella regione caraibica di Cartagena, a Maria La Baja, una zona abitata prevalentemente da popolazioni Afrocaribe (discendenti da schiavi africani e indios caribe) e Desplazados (contadini costretti ad abbandonare le loro terre a causa sia della guerriglia che dei narcotrafficanti). P. Beppe progetta iniziative in favore dei poveri agricoltori locali (cooperativa ‘agrosolidalia’), dei giovani (centro sportivo ‘Allamano’) e dei bambini (scuolette di Marialabaja) e si avvale della collaborazione di ALOE per la realizzazione di queste iniziative. Negli anni 2006-2007 viene realizzato un laboratorio agroindustriale con la costruzione di un piccolo capannone e l’acquisto di macchine per la trasformazione del mais, del riso e della frutta. Il laboratorio è ora in piena attività con grande soddisfazione dei contadini locali che non sono più costretti a spendere importanti somme per portare lontano i propri prodotti per la trasformazione, con consistente miglioramento dell’economia familiare. Nel 2010 l’attenzione è tornata alla cooperativa agricola con l’acquisto di un trattore destinato a migliorare nettamente la capacità lavorativa dei contadini della cooperativa, i quali possono così superare la tentazione di vendere le proprie terre alle multinazionali della palma da olio, che sta trasformando le terre a colture alimentari in terre per la produzione di biocarburante.

COLOMBIA: Miglioramento delle infrastrutture educative

Insieme al progetto agrosolidale, Aloe negli anni dal 2005 fino al 2008 si è impegnata in un progetto scolastico. Questo consiste nel finanziare gli stipendi di 2 maestre nelle tre scuole dell’infanzia, dislocate nelle zone più povere di Maria la Baja e di una coordinatrice. Obiettivo di queste scuole è quello di mantenere le tradizioni locali, seguendo la programmazione nazionale e di affidare l’istruzione dei bambini a maestre qualificate e non “mamme comunitarie”: mamme che si improvvisano maestre, ma che in realtà svolgono solo funzione di baby-sitter. Nel 2009 infine l’attenzione è stata posta sulle infrastrutture comunitarie destinate ai giovani, in particolare sul miglioramento di un centro sportivo dotandolo di illuminazione per permettere attività sportive e culturali dopo le sei di sera, ora in cui cala la notte.

ETIOPIA: Microcredito per le donne di Kofale

Nel triennio 2006-2008, Aloe ha sostenuto in Etiopia, attraverso il missionario p. Angelo Antolini di Santa Vittoria in Matenano (Fermo) che opera nella cittadina di Kofale, nella provincia del West Arsi, un progetto di sostegno per le donne, all’interno di popolazioni quasi interamente musulmane. La  missione di p. Angelo infatti è una missione di frontiera con i suoi 90 cattolici in una popolazione musulmana di 600.000 persone sparse in un territorio grande quanto la metà delle Marche. Il progetto – denominato “Microcredito per le donne di Kofale” – è iniziato con un corso di formazione, destinato a 15 donne, con l’obiettivo di stimolare la piccola imprenditorialità locale. Dopo il corso di formazione è partito un reale progetto di microcredito finalizzato alla realizzazione di attività di piccola imprenditorialità femminile nella regione. Aloe ha sostenuto il costodel progetto per  un totale di 25.000,00 euro; 5.000,00 euro per la prima annualità destinata al corso di formazione, e 10.000,00 euro per ciascuna delle altre due annualità, somma destinata all’avvio vero e proprio delle attività di microcredito, e che è andata a costituire il fondo che poi si dovrebbe rigenerare da solo mantenendosi costante e incrementandosi negli anni.

ETIOPIA: La cooperativa del bambù

Dopo l’avvio del gruppo del microcredito, nella stessa missione di Kofale in Etiopia è stato avviato un secondo progetto con lo stesso obiettivo della promozione dell’attività imprenditoriale di donne e giovani in genere: la costituzione di una cooperativa per la lavorazione della canna del bambù, per la realizzazione di mobili ad uso domestico destinati al mercato locale. Il progetto è stato realizzato nel biennio 2009-2010. I risultati sono stati: la costruzione di un piccolo capannone adibito a laboratorio; la formazione di 15 artigiane da parte di due professionisti provenienti da Addis Abeba per un periodo di  sei mesi; la costituzione e l’avvio della cooperativa di lavoro. Il bambù è abbondante e cresce molto velocemente. Il bambù, utilizzato per la realizzazione di piccoli mobili per uso domestico, è molto meno costoso del legno e previene il serio rischio di disboscamento della zona a causa della richiesta di legname. La cooperativa ora operante, prevede anche di diventare un piccolo polo di formazione per giovani in situazioni di disagio, in modo che possano qualificarsi e accedere al mercato locale avviando una piccola attività produttiva in proprio.

FILIPPINE: Approvvigionamento idrico nel quartiere Sampoli di Zamboanga

A partire dal 2009 è iniziata una collaborazione con p. Ilario Trobbiani, originario di Corridonia (Macerata), missionario nelle Filippine, nella città di Zamboanga (isola di Mindanao). La Parrocchia di S.Lorenzo Ruiz, dove opera P. Ilario Trobbiani, è composta da 16 villaggi sparsi su un territorio difficile da raggiungere; gli abitanti riescono appena a sopravvivere con la coltivazione del riso, poiché il costo d’affitto dei terreni è alto ed il raccolto è scarso. P. Ilario, dopo aver precedentemente avviato due progetti, uno agricolo a sostegno dei contadini, ed uno scolastico per accogliere ed istruire i bambini delle famiglie più povere, ha notato l’urgente necessità di acqua potabile e per questo si è rivolto alla nostra associazione. Obiettivo del progetto è stata la costruzione di un pozzo e la canalizzazione per l’approvvigionamento di acqua potabile nel quartiere Scampoli di Zamboanga e nei villaggi vicini alla missione. Il risultato del progetto è stato il miglioramento delle condizioni igieniche e sanitarie della popolazione e la possibilità di sostenere piccoli allevamenti destinati all’alimentazione.

INDONESIA: Emergenza Tsunami e Adozioni a distanza

A seguito del catastrofico evento dello Tsunami del 26 dicembre 2004, ALOE decise di dare il proprio contributo all’emergenza, lanciando una raccolta fondi destinata ad alleviare le popolazioni indonesiane colpite dall’evento, ed entrò in contatto con il missionario passionista P. Vincenzo Carletti, originario di Sant’Elpidio a Mare (Fermo), ma residente da oltre trenta anni a Giacarta. Il  missionario, pur non vivendo nella zona colpita (la parte nord dell’isola di Sumatra), era in contatto con la Caritas Indonesiana che si era subito attivata per portare i primi soccorsi. Grazie a questo contatto diretto sul posto, Aloe è stata in grado, già nei giorni immediatamente seguenti al disastroso evento, di offrire un canale diretto a chi volesse dare un proprio contributo in denaro. Nasce così, in diretto contatto con una controparte impegnata sul territorio, il Progetto Indonesia che si è posto come obiettivo, nella prima fase, quello di offrire un proprio contributo all’emergenza tramite la raccolta fondi, e successivamente concretizzatosi con l’appoggio ad un progetto di educazione scolastica portata avanti dalla Caritas Indonesiana nel territorio dell’isola di Nias, una delle più colpite sia dallo tsunami. I risultati sono stati nella prima fase la maggiore operatività (anche se su piccola scala) della Caritas indonesiana durante l’emergenza e nella fase successiva l’offerta di un ciclo completo di educazione elementare a 15 bambini e bambine sostenuti per tutto il loro periodo scolastico fino alla licenza elementare. E’ già in corso, sempre tramite lo strumento delle adozioni a distanza, il sostegno al secondo gruppo di bambini e bambine. L’ente promotore del progetto è la Caritas e la Missione dei Passionisti indonesiani; Aloe agisce in appoggio alla loro azione.

PERU’: Salviamo i boschi e le terre dei campesinos di Barranquita

Dall’inizio del 2010, Aloe sostiene una campagna di sensibilizzazione in favore del missionario padre Mario Bartolini, originario di Roccafluvione (Ascoli Piceno), che nel distretto amazzonico peruviano di Barranquilla (San Martin – Alto Amazonas) si batte da anni per i diritti dei campesinos e degli indigeni anche a costo della propria incolumità personale (minacciato più volte di morte e accusato di ribellione contro lo stato). La campagna di sostegno al padre Bartolini, ha avuto come obiettivo quello di suscitare una opinione pubblica nazionale e internazionale sulle tematiche della salvaguardia delle foreste amazzoniche e sul rispetto dei diritti delle minoranze. Un primo risultato importante è stata l’assoluzione, al processo di primo grado, del missionario accusato di ribellione contro lo stato[5]. Resta intatto il problema dell’aggressione delle multinazionali, con la complicità del governo, ai diritti delle comunità indigene e campesine. La battaglia riguarda ora il riconoscimento dei diritti di proprietà sulle proprie terre ancestrali; ed è una battaglia soprattutto di carattere legale. Aloe intende offrire il proprio contributo in questa battaglia con un proprio progetto. Obiettivo specifico del progetto che intendiamo finanziare, è quello di implementare e assicurare la certezza del diritto sulla proprietà dei territori appartenenti agli agricoltori e alle comunità del distretto di Barranquita presso gli organi dello Stato, con l’assunzione di un legale che lavori su questa tematica a stretto contatto con le popolazioni. Su richiesta del missionario, Aloe si impegna a reperire i fondi necessari per questa battaglia legale in favore delle comunità indigene e contadine.

SIRIA: Il piccolo caseificio di Knayee

Alla fine del 1999, ci è pervenuta la richiesta di interessarci di un piccolo villaggio cristiano della Siria, Knayee, nella regione di Aleppo. Questo villaggio era abitato prevalentemente da una popolazione cristiana tentata dall’emigrazione a causa della sua condizione di minoranza. Le principali risorse economiche erano costituite dalla coltivazione dell’ulivo e, più recentemente, dal piccolo allevamento bovino e ovino. Uno dei prodotti più comuni era quindi il latte, che però veniva venduto a poco prezzo sul mercato. Il vescovo latino di Aleppo, Mons. Armando Bortolaso, aveva colto l’esigenza di un piccolo ma importante progetto che potesse generare maggiori ricavi per la popolazione locale e offrire una ragione in più per rimanere nella terra dei padri. Era così nato il “Piccolo Caseificio” di Knayee per la produzione di formaggi di diverso tipo. Obiettivo del progetto, per quanto riguardava il coinvolgimento di Aloe era il reperimento e l’invio di un esperto caseario. Tra l’estate e l’inverno del 2000, una volontaria Aloe, dott.ssa in chimica e con esperienze sul campo, è stata ospite nel villaggio di Knayee ed ha lavorato nel progetto con l’obiettivo di insegnare al personale siriano, le tecniche e i processi di lavorazione caseari. Il risultato è stato l’avvio effettivo dei processi produttivi del caseificio, grazie all’apporto dell’esperto, processi poi portati avanti in autonomia dal personale locale messo a disposizione dalla Diocesi di Aleppo.

SIRIA: Protezione della biodiversità nel deserto della Siria

A partire dal 2000 siamo entrati in contatto con il Monastero Siriano di Deir Mar Musa al-Habashi, una realtà di frontiera fra cristianesimo e islam, posta nel deserto della Siria, vicino alla cittadina di Nebek a 80 km da Damasco. Antico centro di spiritualità monastica cristiana, il monastero da tempo abbandonato, è stato ricosrtruito dal 1984 in poi grazie all’opera di Padre Paolo dall’Oglio, gesuita italiano, che vi ha fondato una comunità monastica siriana dedita al difficile ma necessario dialogo fra Cristianesimo ed Islam. Nel 2006 è iniziato un progetto di collaborazione fra Aloe e il Monastero di Mar Musa, soprattutto per quanto riguarda il nostro corso di formazione ‘Il senso del partire’ dove sempre interviene anche un monaco del monastero, e la possibilità per i volontari di Aloe di essere accolti per brevi periodi in Siria. Tale collaborazione culturale si è tramutata in appoggio ad un progetto concreto nel 2010. Il monastero è situato in una zona desertica dove però esiste anche una flora tipica la cui biodiversità è oggi minacciatae che i monaci vorrebber invece sostenere con un progetto specifico. Il progetto “Protezione della biodiversità nel deserto della Siria” prevede il reperimento di 25 specie tipiche della zona, ma in via di estinzione, la messa a cultura in un vivaio per la moltiplicazione delle piantine con le quali poi procedere alla ripopolazione dell’intera vallata (Wadi Dei Mar Musa) su cui si affaccia il monastero stesso. Il progetto si dovrebbe sviluppare in più anni e contribuire anche alla creazione di diversi posti di lavoro. La prima fase prevede la implementazione del vivaio; nelle fasi successive si provvederà a mettere le piantine a dimora.

TANZANIA: Allestimento Sala Parto nel dispensario medico di Makambako

Makambako è una cittadina di circa 80.000 persone posta sull’altopiano della Tanzania, in un crocevia di strade che hanno fatto in pochi decenni di un semplice borgo una vera e propria città in continua espansione, con tutte le problematiche degli agglomerati urbani cresciuti in fretta e senza servizi adeguati. La missione gestita dai Missionari della Consolata, dove è presente P. Remo Villa che è stato animatore del centro missionario di Santa Maria a Mare (Marina Palmense – Fermo) negli anni settanta-ottanta, costituisce un piccolo polo di infrastrutture e servizi: scuola, dispensario, centro sociale e religioso,  ecc. In seguito ad una esperienza in missione di due nostri giovani soci, e della richiesta di aiuto del missionario con l’obiettivo di un miglioramento delle strutture e attrezzature del dispensario, Aloe decide di realizzare l’allestimento della sala parto del suddetto dispensario medico di Makambako, al fine di assicurare migliori condizioni igieniche e di assistenza delle donne nel parto, anche in presenza di eventuali complicazioni. Negli anni, altri volontari che si sono recati nella missione hanno potuto verificare il positivo risultato di questa microrealizzazione. Il progetto di miglioramento del dispensario è ancora in corso: nel prossimo futuro verrà realizzato nello stesso dispensario un laboratorio di analisi.

TOGO: Sostegno alla imprenditorialità giovanile

In Togo opera una missionaria originaria di Montegranaro (Fermo), suor Luciana Maulo delle suore dell’ordine di San Gaetano, con una missione presso il villaggio di Fiatà, nei pressi della capitale Lomè. Da sempre questa missionaria è in stretto contatto con il suo territorio di origine, il fermano. Anche alcuni volontari di Aloe hanno iniziato a frequentare la sua missione per brevi esperienze di volontariato, da oltre sette anni, a partire dal 2004, costruendo pian piano una solida amicizia. A partire dal 2007 questo rapporto si è intensificato con una collaborazione diretta su progetti sociali promossi dalla missione stessa. Il progetto a cui si è lavorato nel 2007 è stato quello del “sostegno alla imprenditorialità locale per una cooperativa avicola”. Obiettivo del progetto è stata la costituzione di una cooperativa avicola per creare nuovi posti di lavoro giovanile nel territorio del villaggio di Fiatà. Il risultato è stato l’avvio dell’attività di un piccolo allevamento di polli, gestito da un gruppo di 10 giovani il cui lavoro permette cosi il sostentamento di altrettante famiglie. L’ente promotore del progetto è la stessa cooperativa avicola togolese, a cui Aloe si è affiancata nella fase iniziale come soggetto finanziatore, per sostenere le spese dell’implementazione del piccolo pollaio. Nel 2008 il progetto di promozione della imprenditorialità locale si è focalizzato sull’obiettivo del sostegno ad un gruppo di artigiani locali che lavorano il legno, per la produzione di oggettistica in legno, che poi Aloe acquista e utilizza per le bomboniere solidali, incrementando anche in questo caso il lavoro giovanile.

TOGO: Sostegno alle strutture scolastiche

Sempre all’interno della missione precedentemente descritta, negli anni 2008-2010 è stato realizzato un progetto di sostegno alle strutture scolastiche del circondario, con la costruzione di edifici destinati ad uso scolastico: un’aula scolastica nel villaggio di Agokpane per l’avviamento della locale scuola media, voluta dal vescovo Mons.Isaac Gagloo; il rifacimento del tetto dell’edificio esistente e la costruzione di nuove aule nella scuola cattolica di Fiatà gestita dalla suore Gaetanine. Obiettivo del progetto è stato la possibilità di poter sviluppare in loco alcune classi di scuola media, prima inesistente per mancanza di strutture adeguate. Come risultato abbiamo che centinaia di ragazzi hanno ora la possibilità di completare il loro ciclo scolastico senza dover affrontare lunghi spostamenti; e un innalzamento del periodo di formazione per la maggior parte dei ragazzi dei villaggi circostanti.

TOGO: Laboratorio di fisioterapia per bambini disabili[6]

Il progetto consiste in un intervento rivolto ai bambini disabili, alle mamme in attesa ed alle donne in generale che abitano nella Regione costiera di Anèho e riguarda la costruzione di un Centro di Riabilitazione adiacente al dispensario nella Missione di Fiatà, per lo svolgimento di attività di fisioterapia, di formazione socio-sanitaria per le mamme al fine della riduzione di nuovi casi di disabilita’, di  sensibilizzazione all’inclusione sociale  presso le scuole, le famiglie ed in tutta la comunità locale. Nel territorio della Regione di Anèho – che ha una superficie di 2.715 kmq. ed una  popolazione di circa 590.000 abitanti – ci sono circa 1600 bambini e ragazzi portatori di handicap; la maggioranza di loro non riceve assistenza sanitaria, trattamenti riabilitativi e non ha la possibilità di andare a scuola. Nella Missione di Fiatà sono presenti  dal 1985 le suore della Congregazione di S. Gaetano che, tra le varie attività di sostegno alla popolazione, si occupano anche di bambini disabili. Attualmente seguono, 150 casi di bambini ed adolescenti affiancate da un fisioterapista locale, con il supporto degli infermieri del dispensario, ma per l’impianto di apparecchi ortopedici e per le rieducazioni e fisioterapie si devono recare in un centro attrezzato dello Stato del Benin, a circa 150 km di distanza, con grandi disagi per il viaggio ed alti costi di visto alla frontiera. Il progetto, finanziato in parte dalla Regione Marche, si ispira al principio della riabilitazione e dell’inclusione sociale su base comunitaria, in ottemperanza alla Convenzione di New York sui diritti delle persone con disabilità; inoltre cerca di dare un contributo all’attuazione degli Obiettivi del Millennio, in particolare al quarto e al quinto di questi obiettivi: “Riduzione della mortalità infantile” e “Miglioramento della salute materna”.

ZAMBIA: Adozioni di studio a distanza

All’interno delle due scuole superiori di Fermo, l’ITIS ‘Montani’ e l’IPSIA ‘Ricci’, si è costituito, già nel 1998, una sezione Aloe tra docenti, personale ATA e classi di studenti che avevano cominciato ad autotassarsi o ad organizzare piccole attività di raccolta fondi per sostenere alcune adozioni a distanza in Zambia dove un docente del Montani[7] aveva svolto il suo periodo di volontariato internazionale con il COE di Milano. Nasce così il Progetto Zambia che è durato circa dieci anni, con l’obiettivo di  sostenere ed accompagnare (soprattutto per quanto riguardava le spese per la formazione) un gruppo di 10 ragazzi e ragazze lungo tutto il loro percorso scolastico fino al termine della scuola secondaria, con il conseguimento del diploma di maturità.  Attualmente il progetto adozioni in Zambia continua con un secondo gruppo di bambini di un poverissimo villaggio  sul confine tra Zambia e Congo, nell’ambito della missione del francescano p. Anselmo Bonfigli di Montottone.

LE ATTIVITA’ SUL TERRITORIO

Il Senso del Partire

A partire dal 2003 è stato avviato un progetto di formazione che si ripete ogni: un corso di formazione denominato “IL SENSO DEL PARTIRE” indirizzato all’intera società civile con speciale riferimento al mondo giovanile della fascia universitaria e oltre. L’obiettivo del corso è quello di fornire – in dieci pomeriggi settimanali – degli stimoli e delle conoscenze specifiche riguardo tematiche della cooperazione internazionale per chi fosse interessato ad un semplice approfondimento personale, ad una collaborazione con l’associazione sul territorio o ad una eventuale partenza per una esperienza di volontariato in Asia, Africa e America Latina. L’ambito territoriale a cui si rivolge il corso coincide con le Province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, in quanto l’associazione si pone come obiettivo statutario quello di aprire le nostre società territoriali ai territori del mondo. La sededel corso è Fermo a motivo della sua centralità in questo territorio di riferimento. I risultati conseguiti nelle otto edizioni del corso sono stati oltre all’avvicinamento su alcune tematiche del corso di non meno di 500 persone, la frequenza regolare (oltre i 2/3 del corso) di oltre 160 corsisti (una media di 20 per annualità), con la formazione di 50 volontari che sono poi partiti per una esperienza breve di volontariato (all’incirca un mese); mentre 4 corsisti hanno invece optato per l’anno di servizio civile internazionale e 2 giovani per un periodo di due o tre anni di volontariato internazionale, con ONG specifiche. Molte di queste persone sono rimaste poi stabilmente in associazione per condividerne la mission. Il ruolodell’associazione è sempre stato quello dell’ente promotore, pur ricercando collaborazioni con altre realtà simili sul territorio. Il costo annuo di questo progetto formativo è stato sempre sostenuto dal CSV (centro servizi del volontariato) delle Marche.

ALOE. Lettera di collegamento

Sin dall’inizio, l’associazione Aloe ha posto una particolare attenzione all’esigenza della comunicazione soprattutto con la pubblicazione di un proprio giornalino che negli anni è cresciuto di importanza diventando un vero e proprio progetto di informazione e comunicazione, la cui tiratura quadrimestrale supera ormai le 3000 spedizioni postali. La rivista ha un taglio eminentemente pratico perché intende essere una canale di informazione concreta ed esperienziale, più che di approfondimento di tematiche. L’obiettivo è quello di arrivare direttamente nelle case dei nostri sostenitori, comunicando attività ed eventi o appuntamenti dell’associazione; ma soprattutto tentando di far diventare cultura condivisa le esperienza dei missionari e dei volontari che sul giornale si raccontano e raccontano le situazioni di luoghi e popolazioni fra le più disparate del pianeta. L’intero progetto editoriale si indirizza ad un ambito territoriale specifico che è quello delle tre province sulle quali opera l’associazione: tutte le oltre 3000 persone a cui viene inviata ALOE. Lettera di collegamento, sono persone del territorio di riferimento dell’associazione stessa. Alla pubblicazione della rivista è stato affiancato un ulteriore progetto editoriale che consiste in una collana di libri come supplementi della rivista, collana di cui è già stato pubblicato, nel 2009, il primo numero, MAIFEO Figlia della luna, un diario anche fotografico di un anno di servizio civile internazionale scritto da una delle volontarie di Aloe. I risultati conseguiti sono diversi: la capillarità della diffusione di questo progetto editoriale ha fatto si che l’associazione Aloe sia ora percepita come una presenza stabile nel panorama culturale locale.

Comunicare la solidarietà

Nel 2008 e 2009 è stato realizzato un progetto di produzione di materiale multimediale (DVD) finalizzato ad una più incisiva capacità di sensibilizzazione soprattutto attraverso le scuole, ma anche per il pubblico in generale. Sono stati prodotti 5 DVD su cinque paesi dove l’associazione è presente a fianco dei missionari o di volontari laici con dei progetti di cooperazione: Bangladesh, Benin, Camerun, Brasile e Colombia. Il materiale video e audio è stato realizzato dai nostri volontari in missione, che hanno voluto così raccontare la propria esperienza, per farla diventare strumento di sensibilizzazione. L’obiettivo è stato quello di attivare percorsi didattici riguardanti i progetti che l’associazione sostiene e la valorizzazione di ponti concreti fra il territorio del fermano e il sud del mondo, costituiti dai volontari dell’associazione e dai missionari originari del territorio. I risultati conseguiti sono stati i seguenti; la produzione di un cofanetto di 5 DVD da utilizzare nelle scuole; 5 incontri pubblici per una prima presentazione dei rispettivi video e tanti altre proiezioni successive concomitanti alle attività dell’associazione; un convegno finale a Fermo denominato “Fotografia e Solidarietà” con la proiezione consecutiva di tutti i video, le testimone dei volontari che ne sono stati i protagonisti e l’intervento delle autorità comunali e provinciali. Al suddetto convegno è stata abbinata anche una mostra fotografica denominata “…E NERO”, diventata poi itinerante in altre 10 edizioni: Fermo, Amandola, Carassai, Petritoli, Ponzano di Fermo, Montottone, Smerillo, Montegiorgio, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio.

Marcia della solidarietà

A partire dal 2004 Aloe organizza ogni anno un evento primaverile, nella prima domenica di maggio, la Marcia della Solidarietà Smerillo-Montefalcone, una giornata trascorsa in piena sintonia con la natura, in mezzo ai boschi, insieme a tanta gente, con intrattenimenti musicali e di varia natura che arricchiscono il percorso naturalistico. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di offrire un momento conviviale di relax, ma anche di riflessione, informazione e approfondimento su tre progetti sostenuti nell’anno e per i quali vengono raccolti fondi attraverso una lotteria della solidarietà abbinata alla marcia. L’ambito territoriale di questo progetto sono i paesi di Smerillo e Montefalcone, anche se la proposta di partecipazione viene presentata in tutto il territorio di pertinenza dell’associazione: province di Fermo, Ascoli e Macerata. In particolare al progetto è abbinato un concorso denominato “Bambini a colori” e destinato a tute le scuole elementari del territorio fermano. I risultati sono la presenza di una media di oltre 600 persone ogni anno per tutte le otto edizioni della marcia (circa 5.000 presenze complessive); il coinvolgimento di una decina di scuole nel concorso ‘Bambini a colori’, il sostegno economico a tre progetti annuali con al raccolta effettuata; una sempre maggiore conoscenza dell’associazione nel territorio. L’associazione Aloe ha il ruolo di ente promotore, affiancata dalle amministrazioni di Smerillo e Montefalcone.

Eventi teatrali e musicali

L’informazione sui progetti di cooperazione internazionale sostenuti dall’associazione Aloe e la raccolta fondi relativa ad essi viene portata avanti anche con molteplici iniziative teatrali e musicali che intendono coinvolgere il pubblico più diverso su queste tematiche attraverso la fruibilità di un momento artistico di intrattenimento. Elenchiamo solo alcuni di questi eventi: nel 2010 per sostenere la cooperativa agricola di Marilabaja in Colombia, fra le altre iniziative di raccolta fondi, c’è stato lo spettacolo “Beneficenza a passo di danza”, tenutosi al teatro di Porto San Giorgio che ha visto la partecipazione di oltre 400 persone, e l’evento musicale Mianda presso Villa Vitali di Fermo con un pubblico di circa 700 partecipanti. Nel gennaio 2011 è stato organizzato uno spettacolo teatrale al Teatro dell’Aquila di Fermo, Vacanze Romane, offerto da un gruppo teatrale milanese; gli oltre 500 spettatori sono stati informati contestualmente anche sul progetto del laboratorio della canna di bambù sostenuto da Aloe in Etiopia. Obiettivo di questi eventi è quello di informare più gente possibile sui progetti sostenuti dall’associazione. L’ambito territoriale è stato soprattutto le città costiere della provincia di Fermo. Il risultato di  tutti questi eventi è stato quello dell’essere riusciti a coinvolgere un vasto pubblico difficilmente raggiungibile con iniziative più dirette sulle tematiche internazionali. In tutti questi eventi il ruolo di ente promotore è stato svolto dall’associazione Aloe. Il costo è stato sostenuto sia dal patrocinio degli enti che hanno concesso gli spazi (Comune di Porto San Giorgio, Comune di Fermo, ecc.) per quanto riguarda l’uso dei locali e per il resto dalla compartecipazione del pubblico tramite la quota di partecipazione, trattandosi di attività di fund raising.

Ethno Food: il mondo nel piatto

Dal gennaio 2011 è partito un nuovo progetto sul territorio, tutt’ora in corso, rivolto alla cittadinanza in genere e finalizzato alla costruzione di una nuova società interculturale integrata  a partire dagli elementi della quotidianità, in particolare, in questo caso, dall’arte culinaria. Il progetto denominato: Ethno Food. Il mondo nel piatto, propone una serie di cene etniche, in collaborazione con Ristoranti presenti sul territorio, volte ad esplorare e proporre gusti e sapori dei vari popoli di provenienza dei ‘nuovi cittadini’. Obiettivo del progetto è la creazione di momenti conviviali per far passare la cultura della valorizzazione e dell’apprezzamento della diversità. L’ambito territoriale è quello di riferimento dell’associazione. Sono stati sino ad ora realizzati tre appuntamenti: presso l’Agriturismo Jervasciò di Ripatransone è stata organizzata una cena togolese; presso il Ristorante La Pentolaccia di Porto Sant’Elpidio una cena romena e presso il ristorante Le Logge di Smerilli, una cena peruviana. Il progetto è in corso e pertanto la serie continua. I risultati sono senza dubbio positivi non solo per al partecipazione della gente (una media di 70 presenze a serata), ma anche per il coinvolgimento delle stesse comunità immigrate che, almeno in un caso, la cena romena, è stato notevole. Il ruolo di ente promotore è stato sempre svolto da Aloe. L’iniziativa non ha costi, anzi, trattandosi contemporaneamente di ‘cena solidale’, diventa anche una attività di fund raising per progetti di cooperazione possibilmente abbinati alla stessa nazionalità della cena etnica (in particolare il caso del Togo e del Perù).

Giornate dell’amicizia e del dialogo interreligioso

Le comunità degli immigrati sono portatrici di mondi simbolici e culturali diversificati la cui valorizzazione appare imprescindibile in una ottica di integrazione e di scambio come mezzi per la costruzione di una nuova cultura nella quale ‘cittadini nativi’ e ‘nuovo cittadini’ possano ritrovare la propria patria ideale. L’elemento religioso è uno di questi mondi simbolici nei quali si esprimono percorsi identitari imprescindibili. Aloe progetta di avviare percorsi appropriati di dialogo interreligioso con tutte le comunità immigrate del nostro territorio. Per adesso un primo percorso è stato avviato con le comunità provenienti dall’est europa e portatrici  di diverse forme di cristianesimo ortodosso. In collaborazione con la parrocchia di Carassai è stato progettato, nel 2010, un percorso di valorizzazione dei vari Riti Orientali non  cattolici delle chiese ortodosse. Il progetto prevede l’attivazione di celebrazioni di liturgie eucaristiche nei diversi riti, nelle quali coinvolgere sia la popolazione locale che la comunità immigrata. Sono stati già realizzati due appuntamenti di questo tipo: il primo in Rito Siriaco con la presenza di un monaco siriano (aprile 2010), il secondo in Rito Greco-Bizantino con un prete sposato romeno (febbraio 2011).  In questo secondo caso, il momento religioso è stato integrato in una vera e propria giornata dell’amicizia italo-romena che ha compreso anche il momento conviviale del pranzo (scambio di specialità italiane e romene) e un convegno con il coinvolgimento dell’Ente Locale (comune di Carassai) e del Consolato Romeno in Italia. Il progetto in corso prevede una serie di eventi simili adeguati alle diverse caratteristiche delle diverse comunità immigrate[8]. L’obiettivo è l’interscambio culturale tra comunità immigrate e locali. L’ambito territoriale per ora è il paese di Carassai, ma da estendere al fermano in genere. I risultati attesi sono l’apprezzamento delle diversità, il dialogo fra le comunità e l’avvio di momenti istituzionalizzati di incontro. Aloe è l’ente promotore di questo progetto, pur nella ricerca di sinergie sul territorio. Il progetto prevede costi minimi di gestione da suddividere tra l’ente promotore (Aloe) e gli enti partner (parrocchie ed enti locali coinvolti).

Conclusione

Pur evidentemente scherzando sulla costituzione della “sesta internazionale”, questa nostra esperienza più che decennale a stretto contatto con le missioni, portate avanti in tutti i continenti ed in innumerevoli situazioni nazionali da missionari e volontari, ha fatto respirare a tanti giovani del nostro territorio, il sogno di un mondo nuovo senza confini. Il metodo è stato quello dell’esperienza, in presa diretta, della condivisione: per ciascuno una full immersion in una particolare comunità umana, apparentemente dimenticata da Dio e dagli uomini, che improvvisamente, attraverso il racconto di chi vi ha vissuto insieme al missionario presente lì da decenni, si fa linguaggio, viene messa al centro dell’attenzione, diventa una parte del panorama familiare. Abbiamo potuto constatare il potere magico dell’incontro che crea la relazione e creando la relazione crea le persone, le fa vivere, le immette in una ‘koinonia’, in un comunità mondiale. È l’evento di una geografia interiore che si impone alla mente, ma soprattutto al cuore, e   ridisegna la stessa visione ideale del mondo attorno a sé. Tale visione è il compito immane che ci si para davanti, la nostra missione, il contributo per una nuova creazione sociale in cui il molteplice e il diverso giocano insieme per formare l’unico arcobaleno, il segno della pace iscritto nel cielo da Dio all’inizio dei tempi come riflesso di una nuova,  “internazionale futura umanità”.

Il movimento generato dalla predicazione e dal destino del profeta di Nazareth, una volta diffusosi per ogni dove nell’ecumene antica, sin è ben presto fregiato del termine ‘cattolico’, che, contrariamente all’uso corrente che ne fa una parte contrapposta ad altre parti, altro non esprimerebbe se non la stessa visione universale. ‘Cattolico’, infatti, nella sua etimologia, significa qualcosa che è dappertutto, internazionale, universale appunto, e in quanto tale, contenitore del molteplice, arcobaleno delle forme  ricondotte ad una sinfonia di fondo che tutto unisce e condivide, facendone la ‘luce’ che piove alla stessa maniera su ogni dove. Da questo punto di vista la vera ‘internazionale’, la ‘matrice’ di ogni visione internazionalista, è la comunità generata dalla fede nell’evangelo di Gesù di Nazareth, il Cristo, il Fratello Universale. Aloe condivide questo sogno e questa fede, mentre opera nel piccolo quotidiano concreto, universale nel particolare, per la difesa della madre terra e alla ricerca di una società ecologica, sostenibile e fraterna. Il nostro obiettivo è l’amicizia con il mondo intero (Gandhi)



[1] Il testo che segue, ad eccezione della Prefazione e della Conclusione, è stato preparato per descrivere l’identità e l’attività dell’associazione alla Regione Marche come introduzione al Progetto ALOE/CRF TOGO relativo alla realizzazione di un Centro di Fisioterapia per bambini disabili in Togo, presentato il 31 maggio 2011 in risposta al Bando DACR 146/2010. Approvazione avviso pubblico a presentare proposte per PROGETTI TERRITORIALI ANNUALI E BIENNALI (PT) annualità 2010/2011/2012; progetto che è stato approvato e finanziato dalla stessa Regione Marche e in corso di realizzazione in Togo al momento della presente pubblicazione. Lo stile del testo riflette lo schema del modulo richiesto per la stessa presentazione del progetto.

[2] Nel 1938 Trotskij aveva fondato la Quarta Internazionale che si era posta in opposizione tanto nei confronti del capitalismo quanto nei confronti dello stalinismo, il quale era andato al potere nell’Unione Sovietica dopo la morte di Lenin. Contro Stalin, Trockij sosteneva sia la necessità della rivoluzione permanente del proletariato nel mondo intero e non in un solo paese, sia l’idea che il socialismo senza democrazia è impossibile. Ancor prima, vi era stata una lunga tradizione di organizzazioni socialiste con basi internazionali. Lo stesso Marx aveva guidato la Associazione Internazionale dei Lavoratori, nota anche come la Prima Internazionale. Dopo la disgregazione di questa, nel 1876, vi furono molti tentativi di dare nuova vita all’organizzazione, che culminarono con la formazione nel 1889 della Seconda Internazionale a Parigi. Questa venne sciolta nel 1914 per via del voto favorevole alla guerra dei Socialdemocratici Tedeschi. L’organizzazione fu rifondata nel 1923 con il nome di Internazionale Socialista, ma nel 1919 era già stato fondato il Comintern o Terza Internazionale, che faceva capo al Cremlino.

[3] I ‘neuroni a specchio’ sono stati scoperti grazie alle fortunate ricerche di un pool di ricercatori dell’università di Parma, coordinati da Giacomo Rizzolatti.

[4] René Girard è un antropologo franco-americano che a partire dai primi anni sessanta ha pubblicato innumerevoli saggi sulla ‘teoria mimetica’ da lui delineata e proposta per la prima volta e oggi accolta e sviluppata da un numero sempre crescente di studiosi. Secondo questa teoria mimetica, la molla fondamentale della psicologia e della cultura umana è la ‘mimesi’ cioè la capacità imitativa. Da questo punto di vista l’idea della presunta originalità dell’individuo è un puro mito romantico; la realtà antropologica è invece quella di un continuo gioco di imitazione in cui l’altro diventa continuamente modello e rivale e da questo gioco inesausto si genera e si sviluppa l’intera cultura umana. Vedi il saggio dedicato a Girard su questo stesso libro.

[5] Nel dicembre 2011 si è celebrato a Tarapoto, capoluogo della regione dell’Alto Amazonas, il processo di appello, e il 12 gennaio 2012 è stata pubblicata la sentenza che è stata di completa e definitiva assoluzione non solo del missionario, ma dell’intero gruppo di imputati, costituito da un giornalista peruviano e da cinque leader indigeni, tutti implicati, insieme a padre Mario, negli scioperi amazzonici del 2009.

[6] Questo è il progetto ALOE/CRF presentato alla Regione e da questa approvato e finanziato. Ovviamente non era inserito nel testo originario, testo che costituiva l’introduzione allo stesso progetto.

[7] Il docente del Montani in questione è l’autore del presente libro.

[8] Nel gennaio 2012 è stata realizzata la giornata dell’amicizia italo-albanese con le stesse modalità di quella precedente. Anche in questo caso abbiamo registrato una grande domanda di integrazione da parte della comunità albanese.

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