Utopia ed Eutopia

Dall’Utopia all’Eutopia

L’incontro con l’altro.
Per una nuova cultura dell’accoglienza

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Sabato 5 Aprile, presso la sala conferenze di Villa Nazareth, si è svolto il quinto incontro del corso IL SENSO DEL PARTIRE promosso dall’associazione ALOE. Ospite della giornata il dott. Kossi Komla Ebri, medico chirurgo di origini togolesi, ma ormai da 40 anni in Italia, di cui ha anche preso la cittadinanza. Accanto alla sua professione medica, il dott. Kossi svolge anche una intensa attività interculturale, grazie ai suoi libri, alle sue conferenze e ai suoi incontri centrati sempre sulle interazioni fra le diverse culture, per una nuova società meticcia dove le diversità diventano curiosità e ricchezza, e dove l’accoglienza è la cifra principale della relazione. Dall’utopia – un luogo ideale che non esiste – all’eutopia, il sogno di un luogo bello, positivo e reale … da costruire tutti insieme. “Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele”

Il dott. Kossi, oltre all’appuntamento del corso di Aloe che lo ha tenuto occupato dalle 16.30 alle 19.30, nella mattinata di sabato ha incontrato sei classi scolastiche presso l’ITIS MONTANI di Fermo e altrettante presso la scuola media Ugo Betti, sempre di Fermo.  Abbiamo chiesto a Paola Gentili, volontaria Aloe e insegnante di scuola primaria, un breve resoconto del tema trattato da Kossi.

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L’intervento del Dott. Kossi Komla Ebri al corso di formazione IL SENSO DEL PARTIRE è stato molto interessante. Ha aiutato i presenti a riflettere su temi quanto mai attuali e di cruciale importanza nella società odierna: dal superamento del razzismo ai fondamenti di una società interculturale.

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Innanzitutto occorre specificare che cosa si intende per cultura. Ogni persona è parte e dentro una determinata cultura che si manifesta in comportamenti, credenze, modi di pensare che accomunano coloro che abitano in un certo territorio in un certo tempo storico. Vero è che la cultura non è fissa, rigida, essa è permeabile, flessibile, mutabile e si muove e “ si contamina” negli  e con gli spostamenti delle persone. Per questo non si può dire che una cultura è superiore ad un’altra o migliore di essa. Semplicemente esistono culture diverse che proprio nell’incontro e dal confronto scoprono le loro peculiarità.

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L’incontro tra culture, che può avvenire per diversi fattori, primo fra tutti a causa dell’emigrazione. Esso può avere sviluppi diversi, dalla convivenza di più culture che rimangono però separate le une dalle altre – multiculturalismo- , all’assimilazione, dove cioè una cultura dominante, in genere quella accogliente, tende ad assorbire le altre, all’intercultura, che presuppone una strada da percorrere più impegnativa, ma è quella che assicura un autentico incontro tra culture.

L’incontro tra culture non può prescindere dall’incontro tra le persone, tra individui. Anzi esso rappresenta il modo attraverso il quale l’intercultura si può realizzare e cioè la relazione.

Ovviamente l’entrare in rapporto con l’altro non è semplice, soprattutto in una società come la nostra, dove si è spesso diffidenti, individualisti, poco disponibili all’ascolto, soprattutto verso chi si mostra molto diverso da noi. L’incontro con l’altro presuppone la volontà di vincere le nostre paure, di mettersi in discussione, di farsi trasportare dalla curiosità e soprattutto la sospensione del giudizio. Il pre-giudizio è in effetti un limite che ostacolo la conoscenza impedendo qualsiasi tipo di rapporto.

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Occorre quindi andare al di là delle apparenze e dei preconcetti per instaurare un dialogo con l’altro, scoprire aspetti che superano il colore della pelle, la diversità della lingua ecc.. per scoprire le “storie” di ciascuno, ciò che ognuno è veramente e porta dentro di sé, ciò che ci accomuna piuttosto che ciò che ci divide. Allora nascono rapporti autentici e si può parlare di intercultura, che presuppone l’incontro tra culture, nasce una “contaminazione” positiva, dove ciascuno prende qualcosa dall’altro e dall’altra cultura e viceversa. Il risultato finale spesso lo ignoriamo, per questo lo temiamo, ma permette di superare i limiti dell’una e dell’altra cultura per dare origine ad Nuova Cultura dove ciascuno si sente ugualmente riconosciuto e rispettato.

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Il dott. Komla Ebri ci ha lanciato una bella sfida, ma noi la accogliamo volentieri, perché non si può pensare di “partire” per andare più o meno lontani senza preparasi ad un incontro con l’Altro ed essere pronti al cambiamento.

Paola Gentili

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Traccia della relazione di Kossi Komla-Ebri al SENSO DEL PARTIRE

 

Cifre da conoscere per una visione corretta dell’immigrazione

 

I LIBRI DI KOSSI KOMLA-EBRI

 

 

 

 

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