Una bella giornata di convivenza
Sabato 25 Aprile, giorno in cui si festeggia la Liberazione, il gruppo delle famiglie adottive del fermano si è riunito a Villa Nazareth per una bella giornata di Condivisione.
Ci siamo ritrovati, a partire dalle 10.30, in quattordici nuclei familiari con 27 adulti e 15 figli, tra adolescenti e bambini. Grazie alla coppia di “tate”, Sara & Sara, che si è presa cura di tenere i più piccoli ed animare i bambini insieme alle ragazze del gruppo più grandi, noi adulti abbiamo potuto dedicare con serenità un bel tempo della mattinata per un confronto proficuo tra di noi. Questa volta abbiamo deciso di dividerci in tre gruppi di interesse per poterci confrontare più approfonditamente sulle problematiche che stiamo vivendo: il gruppo delle coppie in attesa di adottare (gruppo A), il gruppo delle famiglie con bambini piccoli di età prescolare (gruppo B) e il gruppo delle famiglie con figli in età scolare sia della primaria che della secondari (gruppo C). E’ stata sicuramente una scelta vincente perché nel piccolo gruppo omogeneo ognuno ha potuto coinvolgersi più approfonditamente, tanto che non è stato facile tagliare le conversazioni di gruppo per ritrovarci tutti insieme. Durante il momento assembleare poi un relatore per gruppo ha presentato un sunto di quanto emerso nei gruppi. In questo modo sono emerse con maggiore chiarezza e metodo le varie problematiche tipiche delle tre diverse situazioni: le problematiche dell’attesa; quelle della ‘costruzione’ della famiglia con i piccoli che vivono ancora quasi esclusivamente nell’ambito familiare; quelle del mondo relazionale con il vicinato, la parentela, la scuola, gli amici che proiettano sempre più i figli verso l’esterno con tutto quello che ciò significa. Ad ognuno dei tre ‘presentatori’ della discussione nei gruppi è stato chiesto il piccolo sforzo di scrivere la loro relazione di gruppo, in modo da poterla offrire anche alla riflessione di chi non è potuto intervenire.
GRUPPO A. “Il periodo dell’attesa è talmente pieno di ostacoli burocratici e pratici dai quali la famiglia viene completamente assorbita che si corre il rischio di distogliere l’attenzione dal progetto che deve essere alla base di un percorso adottivo che non è diverso dal percorso che porta alla costruzione di una famiglia biologica se non, forse, per una maggiore consapevolezza. Si rischia, cioè, di rimanere intrappolati nel contingente e di non pensare ad organizzare la propria vita ed il proprio futuro per accogliere il figlio che arriva, si rischia di rimanere intrappolati nella propria attesa senza pensare alla sua attesa che, se possibile, è ancora più dolorosa e piena di ansia. Un periodo che dovrebbe essere di crescita e pieno di progettualità diviene un periodo vuoto e deprimente, sterile.
Questo, però, è causato oltre che dalle difficoltà oggettive anche e sopratutto dalla completa mancanza di informazioni a disposizione della famiglia che intende adottare e dalla poca sensibilizzazione sul tema della adozione nella società che ci circonda.
Le cose da fare e gli ostacoli da affrontare si scoprono solamente andando avanti e non sempre si è preparati ad affrontarli e, ancor peggio, non sempre si hanno a disposizione le informazioni sufficienti e sufficientemente “neutrali” da consentire delle scelte pienamente consapevoli in ordine alle diverse possibilità e bivi che il percorso ci mette davanti.
Si è costretti a “navigare a vista” o peggio, ad andare avanti alla cieca. L’occasione che ci è data dall’essere un gruppo che riunisce famiglie che attraversano questa esperienza e che ne copre ogni fase e quella di essere promotori di una informazione che sia indipendente, oggettiva e slegata dal rapporto con gli enti o con le istituzioni, ma sia focalizzata sul percorso adottivo, sulle sue motivazioni, sulle sue gioie e sulle inevitabili difficoltà ed è quella di essere un elemento di sensibilizzazione per la società ed il territorio dimostrando la normalità del percorso adottivo e la sua assoluta fisiologicità.
Informazione e sensibilizzazione che potrebbero essere portate avanti attraverso iniziative aperte all’esterno, anche approfittando del convegno che dovremo organizzare per settembre, o attraverso l’utilizzo di internet e di ogni altro mezzo di diffusione di informazioni che possiamo avere a disposizione.” [Giovanni Faraone]
GRUPPO B. Il nostro gruppo,dedicato alle famiglie con bimbi piccoli, ancora piuttosto esiguo come numero di presenze, ha fatto il punto sull’attuale situazione familiare. È emerso come questa sia in generale una fase piuttosto serena, di famiglie in crescita che possono ormai guardare con tranquillità le peripezie trascorse e con curiosità ancora distante le problematiche adolescenziali. I temi ricorrenti sono la narrazione della storia personale dei bimbi, per aiutarli a costruire la propria identità un una storia di filiazione più complessa ma non meno bella: i nostro figli non son nati dalla nostra pancia, ma comunque dalla nostra unione,e profondamente sono stati cercati. Non sempre risulta semplice scegliere le giuste parole, rispettare i loro tempi e desideri di comprensione, proteggerli dall’ignoranza delle persone, ma ad oggi il nostro compito genitoriale è quello di accompagnarli nel mondo forti della loro diversità. [Sandro De Minicis]
GRUPPO C. Nel nostro gruppo caratterizzato da famiglie con figli in età scolare (dalle elementari ai primi anni delle superiori) è emerso soprattutto il problema relazionale con l’esterno della famiglia adottiva: vicinato, parentela, insegnanti, compagni di scuola, ecc. Un problema che si pone in maniera particolare per i bambini adottati, ma che appare comunque lo stesso in fondo anche dei figli biologici. I bambini cercano continuamente interscambi con i loro amichetti e le loro famiglie, vogliono poter trascorrere il tempo libero insieme, a volte anche dormire nelle case degli altri. Il problema qui è di come si pone la famiglia in relazione con le altre famiglie, il loro grado di inserimento nel paese. Certamente lo status di genitore adottivo può provocare una attenzione e una ansia maggiore, soprattutto per il fatto che non esiste una cultura dell’adozione e questa esposizione dei nostri figli ad un vicinato quasi mai consapevole delle peculiarità può generare un atteggiamento iperprotettivo che i nostri figli poi potrebbero leggere e soffrire come un ulteriore sottolineatura della propria diversità. Per questo c’è anche chi suggerisce di creare al contrario più occasioni possibili di scambio. C’è poi la relazione con i parenti più stretti, zie e zie, ma anche amici stretti dei genitori che, certamente senza malizia, non si rendono conto del fatto che parliamo di bambini che magari debbono ancora costruire un vero rapporto filiale con i genitori adottivi e magari tendono ad attaccarsi più ad altre figure che potrebbero sentire come più attraenti. Questo può creare soddisfazione emotiva in queste figure vicine (zie, zie, amici) ma finisce con il disturbare il processo di attaccamento con i propri genitori. A volte occorre pertanto creare delle barriere per evitare indebite invadenze. Questo ovviamente capita soprattutto nei casi di adozione di bambini già grandicelli. Anche qui si può notare la mancanza di una cultura dell’adozione nello stesso ambito parentale e amicale; una cultura invece sempre più chiaramente necessaria da costruire. C’è poi il grande capitolo scuola. Gli insegnanti troppo spesso non sono preparati alla specificità degli alunni adottati. Classico il tema della costruzione del concetto di storia che parte dalla ricostruzione della propria storia personale, una ricostruzione personale che ovviamente non può essere la stessa (la prima ecografia, il primo dentino, l’ora in cui sei nato, ecc.); ma anche le indebite domande su quanto uno ricorda o non ricorda ecc.; la terminologia ‘genitori veri’ (quelli biologici) e ‘genitori adottivi’ (quindi meno veri); l’accostamento dei bambini adottati ai bambini di famiglie emigrate, ecc. Il gruppo si è trovato d’accordo nella grande opportunità data dalle recentissime “Linee di indirizzo per l’accoglienza scolastica degli alunni adottati”, linee di indirizzo che prevede per ogni scuola anche un insegnante referente per l’adozione. Occorre dunque promuovere a tutti i livelli una nuova cultura dell’adozione, a partire dalla scuola per lavorare sugli insegnanti, ma anche sui compagni di classe e quindi sulle stesse famiglie. Il Seminario che dobbiamo organizzare per settembre può diventare una importante vetrina per questa cultura dell’adozione. [Franco Pignotti]
Nell’assemblea comune è emerso che in tutti e tre i gruppi, con motivazioni diverse, è stata avvertita la mancanza di una cultura dell’adozione e la conseguente necessità di dare il proprio contributo nel promuoverla. Da questo punto di vista potrà costituire momento privilegiato il progetto di Seminario sull’adozione che è stato approvato e finanziato dal Centro Servizi per il Volontariato; seminario che centrato soprattutto sul rapporto tra “adozione e scuola” anche in seguito alla pubblicazione delle Linee di indirizzo per l’accoglienza scolastica dei bambini adottati”. Il seminario sarà messo in programma per la fine di settembre proprio per poter offrire un contributo alla scuola proprio nel momento della programmazione dell’anno scolastico.
Se la mattinata è stata utile e proficua per i 27 genitori o aspiranti tali, essa è stata anche molto divertente per tutti i 15 figli presenti con le loro meravigliose differenze di età, di colore, di carattere, di provenienza. La loro festa è proseguita nella festa di tutti attorno ad una lunga tavolata stracolma di ogni ben di Dio che la condivisione ha saputo, come sempre, mettere insieme. L’immediato dopo pranzo ha poi visto un momento di partecipazione collettiva attorno al ‘gioco delle nazioni’ proposto a tutti dalla coppia di tate Sara & Sara: un percorso a quiz attraverso diverse nazioni di diversi continenti (le nazioni di provenienza dei bambini), nel quale la gara era tra famiglie, con genitori e figli impegnati insieme nella competizione.
PROSSIMI APPUNTAMENTI DI GRUPPO:
- Giovedì 21 maggio – Gruppo di lavoro, ore 21.30 presso la sede ALOE nella casa delle associazioni
- Domenica 21 giugno – Giornata insieme delle Famiglie adottive
- Luglio/Agosto: uscita collettiva in montagna
- Settembre: il seminario “Genitori adottati per figli adottivi”
INVITO PER UNA SIMPATICHE OCCASIONI DI INCONTRO:
Domenica 24 maggio – MARCIA DELLA SOLIDARIETA’ MONTEFALCONE-SMERILLO