Il Brasile attende Francesco

Dal Brasile il Papa lancerà all’America e al mondo il suo “vangelo sociale”

Francesco ha scelto il continente da cui proveniene per presentare il suo programma ad un milione di giovani radunatesi da tutto il mondo

Juan Arias Río de Janeiro 21 JUL 2013

El PaisJuan Arias è un noto scrittore e giornalista latinoamericano.

Migliaia di pellegrini in marcia a San Paulo

Migliaia di pellegrini in marcia a San Paulo

Il pontificato del primo papa non europeo e del primo papa arrivato dalle Americhe si avvierà definitivamente con il suo viaggio in Brasile, da dove lancerà, la prossima settimana, il programma rivoluzionario del suo pontificato basato sul cosiddetto “vangelo sociale”. Giunto alla cattedra di Pietro dalla periferia della Chiesa, Francesco ha scelto il continente da cui è partito per presentare il suo programma davanti ad un milione di giovani provenienti da tutto il mondo per la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG).

Il Papa ha scelto il paese con il più grande numero di cattolici nel mondo e che, benché si stia affrancando dalla povertà, ha ancora le vene aperte da una profonda disuguaglianza sociale. Dal Brasile parlerà a tutte le periferie abbandonate e umiliate del pianeta e a tutti i paesi emergenti che possono essere tentati di mettere la propria ricchezza nelle mani di coloro che meno ne hanno bisogno. Amici vicini al Papa assicurano che il papa stesso intende dare una grande importanza a questo suo viaggio in Brasile, dove rimarrà per una settimana, perché da lì intende presentare al mondo il suo programma di governo. Lo ascolteranno circa seimila giornalisti provenienti da tutte le regioni del pianeta.

Nei suoi primi quattro mesi di pontificato, Francesco ha mostrato, con il simbolismo dei gesti e alcune affermazioni chiave, che desidera centrare la sua azione verso le emarginazioni del pianeta. Ha chiesto che la Chiesa si preoccupi non solo dei poveri, ma che lei stessa sia povera, e ha mostrato anche la sua tristezza durante una visita al parco macchine di lusso dei prelati del Vaticano, che ha richiamato all’austerità nella loro testimonianza di vita. Egli si è anche scagliato contro la mafia nidificato nella Banca Vaticana, mentre continua a vivere in una stanza d’albergo, dopo aver rinunciato agli appartamenti papali.

Francesco si è andato spogliando dei simboli del potere che durante i secoli si sono accumulati  sul Papa di Roma provenienti dai  vescovi della Chiesa. Egli stesso non si è neanche voluto definire “papa”, ma solo “vescovo di Roma”, che è propriamente la sua identità. Ha criticato la “tirannia del denaro” e la “globalizzazione dell’indifferenza” verso chi soffre. In Brasile aprirà il resto della sua scatola delle sorprese e finirà di presentare l’identità della Chiesa che egli desidera. Qualcuno ha anche scommesso che, a partire dai suoi discorsi in Brasile, il cattolicesimo dell’America Latina non sarà più lo stesso.

Si ingannano coloro che hanno pronosticato che papa Francesco va in Brasile e in America Latina per “fermare l’avanzata degli evangelici” in favore dei cattolici; Francesco aspira a proporre alla Chiesa un programma molto più ampio che possa servire da stimolo anche per tutte le altre confessioni, che ben presto desidererà convocare a Roma.

La visione del futuro della Chiesa che egli sogna non passa per le vecchie teologie, neanche per quella della teologia della liberazione, che era nata in terre latinoamericane come antidoto contro le ingiustizie sociali e che si ispirava socialmente alle idee de Il Capitale di Carlo Marx . La rivoluzione che Francesco presenterà in Brasile, proviene dai duemila anni di cristianesimo, dal profeta Gesù, che ha proclamato le beatitudini dei poveri, di coloro che hanno fame e sete di giustizia, degli operatori di pace. La teologia che Francesco predicherà sarà quella del “vangelo sociale” del cristianesimo non ideologico, ma pratico.

Sono appena trascorse poche settimane da quanto abbiamo potuto ascoltare dalle sue labbra l’eco di quello che sarà il vero e ultimo messaggio del suo pontificato, quando ha ricordato, alla periferia dell’Italia, il dramma dei clandestini che rischiano la vita in cerca di lavoro. Il Papa si è chiesto “Chi piange per loro?” nel mondo e nella Chiesa.

Nella splendida spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro, hanno organizzato una via crucis  rappresentata da artisti. Coloro che conoscono da vicino papa Francesco hanno avvertito che, in quello scenario quasi irreale della Passione di Cristo, in dicherà ai giovani quali siano le “nuove piaghe del Crocifisso”, le “vene ancora aperte nella carne” per l’ingiustizia sociale che convive parallela con l’opulenza del consumismo globale.

15 giorni fa Francesco ha anticipato parte di quello che dirà a Rio: “Il corpo di tuo fratello è ferito a causa della fame, della sete, è denudato, umiliato, perché è fatto schiavo, perché è imprigionato, soffre in un ospedale”. Ed ha aggiunto: “Queste sono le piaghe di Gesù oggi.” Egli chiede che sia questa la nuova rivoluzione sociale della Chiesa, con meno fronzoli teologici ed ideologici e più incarnata nel fratello sofferente.

Quello di Francesco sarà, secondo i vescovi brasiliani, un programma e un messaggio per i credenti e per gli agnostici, per tutti coloro che dicono di ispirarsi al Vangelo delle Beatitudini e per i credenti di qualsiasi divinità. In questo contesto, non è sorprendente che il Papa abbia confermato che sarà vicino ai giovani brasiliani che stanno manifestando nelle piazze per chiedere maggiore giustizia sociale e una migliore qualità della vita per tutti.

Per questo, Francesco ha chiesto di non essere ‘blindato’ nei suoi incontri con la gente. Chiede di poter guardare la gente negli occhi senza che si interpongano cristalli antiproiettili o militari armati. Ha già detto in passato al suo amico, il rabbino di Buenos Aires, Abramo Skorka, che egli “non ha paura di morire.”

Traduzione di Franco Pignotti

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