INcontroCULTURA

Per una nuova cultura meticcia:

la  crisi, le sfide, le opportunità, il cambiamento

Convegno ALOE, 16 e 17 Novembre 2013,
Centro culturale San Rocco, Fermo

IMG_3611

L’Associazione Missionaria Aloe Onlus, in collaborazione con Il Centro Servizi per il Volontariato e con il Patrocinio della Provincia di Fermo, ha organizzato un convegno dal titolo “INcontroCULTURA, la crisi, le sfide, il cambiamento”.

L’associazione, nata nel 1998, si occupa principalmente di diffondere nel territorio la cultura della solidarietà e della mondialità e di promuovere iniziative al fine di sostenere alcuni progetti di sviluppo nel Sud del Mondo.

La metodologia di Aloe è quella di avere contatti diretti con le missioni e le iniziative portate avanti da missionari e volontari laici originari della nostra regione, che hanno fatto la scelta di vivere tra i più deboli e bisognosi della periferia del Mondo. La sigla dell’acronimo deriva proprio dalle iniziali dei nomi dei cinque contenenti (Asia, Africa, America Latina, Oceania, Europa).

Di conseguenza il concetto di interculturalità è stato finora maggiormente approfondito dal punto di vista dei nostri volontari, che durante le ferie estive si recano nei Paesi con cui abbiamo contatti e vivono l’esperienza di conoscere direttamente, aprirsi e condividere aspetti delle Culture Altre.

Tuttavia la realtà di una società multietnica come la nostra, in continuo movimento ed evoluzione, dove i flussi migratori sono parte strutturale di essa, occorre considerare l’intercultura in senso più ampio e, allo stesso tempo, più vicino a noi.

E’ infatti forse più difficile e meno affascinante cogliere il senso di intercultura con gli immigrati che sono in Italia e che convivono nelle nostre città.

InControCulturaIn tale contesto il convegno INCONTROCULTURA ha avuto l’obiettivo di “educare” all’intercultura, evidenziando quanto già di buono e valido si fa a livello locale e nazionale.

La sfida è stata quella di superare il modello monoculturale con il quale siamo cresciuti e riconoscere i valori appartenenti alle Culture Altre al fine di apprezzarne le differenze, scoprire i punti di convergenza, fino ad arrivare al dialogo e all’empatia con il prossimo.

Il convegno si è svolto nei pomeriggi del 16 e 17 novembre (sabato e domenica) presso la sala del Centro Culturale San Rocco, in piazza del Popolo a Fermo.

Nei due giorni sono intervenuti quattro relatori di grandi prestigio che hanno permesso ai volontari di approfondire il tema dell’ “Intercultura” e dell’accoglienza dell’Altro sotto diversi aspetti.

 

Dott. KOSSI KOMLA-EBRI

Dott. KOSSI KOMLA-EBRI, primo relatore

Ha aperto il convegno il dott. Kossi A. Komla-Ebri, medico e scrittore di origine togolese, in Italia dal 1974, vincitore del primo premio per la narrativa in occasione della terza edizione del concorso Eks-tra nel 1997 col racconto “Quando attraversò il fiume”. E’ membro del comitato editoriale “El Ghibli”, direttore della collana “Letteratura migrante” della casa editrice Ediarco e coordinatore della REDANI (Rete della Diaspora Africa Nera in Italia).

Il Dott. Komla – Ebri ha  sviluppato il tema de ”L’ incontro con l’Altro” portando i presenti a riflettere su quanto stereotipi e pregiudizi possono falsare la visione dell’Altro, soprattutto quando questo ci appare diverso da noi, compromettendo la relazione che si potrebbe instaurare.

Siamo abituati a giudicare l’Altro dalle apparenze e, a fatica, andiamo al di là di esse. Spesso queste ci portano a soffermarci più sulle differenze che sulle similitudini tra individui. Di conseguenza le persone di colore sono tutti “vu cumprà”, clandestini, non istruiti o, peggio ancora, delinquenti.

Per instaurare un vero dialogo occorre quindi abbandonare tali preconcetti e avere l’umiltà di andare alla “scoperta” dell’ Altro, che è comunque unico e portatore di una sua storia. Solo a quel punto potremo per esempio scoprire che, al di là delle differenze, l’Altro ha gli stessi nostri interessi, gusti simili ai nostri e che ci accomunano desideri simili.

Questo “mescolarsi” non deve farci temere di perdere la nostra identità. E’ proprio grazie al confronto con gli altri che la nostra identità si delinea e meglio si definisce: se uno è bianco, l’altro è nero, se uno è grasso l’altro è grasso… il fatto di appartenere a Culture diverse meglio ci identifica e ci arricchisce.

“Colui che non è mai uscito da casa sua, pensa che solo sua madre sa fare bene il sugo” (Proverbio Mina, Togo)

Il linguaggio comune che tutte le culture dovrebbero condividere e che potrebbe essere un buon punto di partenza per un Dialogo sono i valori universali della Persona, principi superiori a qualsiasi religione o credenza e che pongono il rispetto della persona al centro del sistema.

In conclusione se da una parte abbandonare la visione etnocentrica, che tende a considerare la propria cultura come superiore rispetto alle altre, presuppone un’apertura e uno sforzo da parte del Paese accogliente, dall’altra non si può ignorare un fenomeno come la migrazione che è inarrestabile e che rende la nostra società inevitabilmente multietnica.

Per questo ci piace concludere con questa frase: “Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele” (Anonimo)

IMG_3642

Dott.ssa Annamaria Fantauzzi, seconda relatrice

Il secondo contributo è venuto dalla Dott.ssa Annamaria Fantauzzi, docente di Antropologia Medica e Culturale all’Università di Torino, assegnista di ricerca all’Università di Roma “La Sapienza”, chargée de recherche CERMES-CNRS-EHESS di Parigi e responsabile dell’Osservatorio Nazionale per la cultura del dono del sangue di AVIS Nazionale e delle missioni di Etnonursing per la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino. E’ presidente della Onlus Prati-care e responsabile del progetto “dono degli organi e comunità immigrate” per AIDO Nazionale.

Il titolo dell’intervento è stato “Migrazioni di/tra culture. Il dono di una vita e la vita come dono”.

La dott.ssa Fantauzzi ha sottolineato come, accanto alla necessità di superare stereotipi e pregiudizi e andare al di là delle apparenze, occorre abbandonare il modello etnocentrico e l’assunto per cui consideriamo la nostra cultura la migliore e il nostro stile di vita quello “giusto” da tenere.

Esistono altri modelli e stili di vita altrettanto “civili” e da rispettare che fanno benissimo a meno del cellulare, della luce elettrica o che usano dipingersi le mani per il rito del matrimonio, inserirsi i dischi alle labbra, coprirsi la testa o il volto ecc..

Ma superare certi preconcetti non basta, occorre sviluppare una sensibilità nei confronti dell’Altro che ci permette di capirne bisogni e necessità e che ci spinge ad agire e a muoverci in aiuto dell’Altro.

Questa speciale sensibilità spiega lo spirito eccezionale di volontariato che anima la dott.ssa Fantauzzi e che la spinge tutti i giorni a spendersi senza risparmiarsi per gli altri.

Molti gli esempi che lei ci ha portato di solidarietà vissuta nelle missioni nelle quali segue bambini malati, ma che mai le negano un sorriso, o di sostegno immediato a famiglie in difficoltà nella realtà di Torino più vicina alla sua quotidianeità. Questo è molto altro è Prati-care, l’Associazione di cui è presidente.

La sfida sta sicuramente nel superare l’individualismo che è il “male” più diffuso della nostra società.

IMG_3657

Dott. Riccardo Borini, fondatore dell’associazione LA TENDA DI ABRAMO

Il secondo giorno si è aperto con l’intervento del dott. Riccardo Borini. Laureato in teologia, ha recentemente conseguito la in Servizio Sociale e Laurea magistrale in sistemi socio sanitari e pubblica amministrazione. Da oltre 20 anni si occupa di lavoro sociale, prima come volontario, in quanto socio-fondatore dell’associazione la Tenda d’Abramo- casa di accoglienza per senza dimora, e socio -fondatore dell’associazione free woman di Ancona che si occupa di persone introdotte in Italia a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo, poi come professionista  in qualità di ex Direttore della Caritas Diocesana di Ancona –Osimo e attualmente Responsabile dell’U.O. Minori e Famiglia e U.O. servizio Sociale e Professionale dell’ASP Ambito 9 di Jesi.

Il titolo del suo intervento è stato: “Sono qui di passaggio. Quando l’altro ci mette in movimento”.

Il dott. Riccardo Borini ha voluto condividere con i presenti la sua esperienza di volontario, che ha visto la nascita di realtà importanti quali quella delle due associazioni di cui è fondatore. Il suo discorso è stato particolarmente toccante perché è partito dagli incontri e dalle “storie” che si celavano dietro quegli incontri. Così, dall’incontro un po’ fortuito con un senza tetto, dal mettersi in ascolto, dal sentirsi umanamente coinvolti, nasce l’esperienza dell’accoglienza nei confronti dei senza dimora. In modo analogo, offrendo bevande calde e ristoro alle prostitute, nasce l’Associazione Free Woman che vuole contrastare lo sfruttamento sessuale. Le parole del dott. Borini trasmettevano passione, quella stessa passione che ha contaminato altri volontari che è più forte degli ostacoli burocratici o difficoltà economiche che le associazioni incontrano. Ora, a 20 anni dalla sua nascita, la Tenda d’Abramo conta 270 volontari. Con la forza del suo intervento il dott. Borini ci spinge a costruire il cambiamento dalle politiche dal basso.

IMG_3670

Dott. Gabriele Sospiro

I due giorni di formazione si sono conclusi con l’intervento del dott. Gabriele Sospiro, sociologo che lavora presso la comunità europea per le politiche relative all’immigrazione. Egli ci ha presentato un Dossier fresco di stampa, “IMMIGRAZIONE. Dossier Statistico 2013. Rapporto UNAR. Dalle Discriminazioni ai Diritti” sulla situazione immigratoria nel contesto internazionale, in quello italiano ed in particolare ha poi sviluppato la situazione del nostro contesto regionale marchigiano, che era poi il tema del suo intervento specifico a questo nostro convegno. Particolarmente apprezzato, nel suo intervento, è stata la visione del documentario 18 IUS SOLI (può essere visionato a questo link) patrocinato dal ministero degli Affari Esteri, finalista del Premio di giornalismo Ilaria Alpi 2012; si tratta del primo documentario grass-roots italiano ad affrontare il tema del diritto di cittadinanza per chi è nato e cresciuto in Italia da genitori immigrati. Diretto e prodotto nel 2012 dal regista bolognese Fred Kuwornu , racconta con il linguaggio del documentario la storia di alcuni nuovi Italiani , ma al tempo stesso promuove il dibattito legislativo e culturale sul diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia sebbene da genitori immigrati. Storie reali di ragazze e ragazzi tra i 18 e 22 anni di Seconda Generazione che hanno come minimo comune denominatore il problema del non aver ancora ottenuto la cittadinanza italiana per i più svariati motivi.

IMG_3623

IMG_3655

                                                    I lavori del convegno, che si svolto con il Patrocinio della Provincia di Fermo, si cono conclusi con un intervento dell’Assessore provinciale alla Cultura, Prof. Peppino Buondonno, che ha riconosciuto l’alto profilo del convegno stesso su una tematica per la quale, per altro, la Provincia è molto attenta, e ha ringraziato l’associazione Aloe per il suo prezioso contributo al territorio provinciale legato alla promozione dei valori della solidarietà internazionale in altri territori del mondo e nello stesso territorio fermano.

IMG_3678

Assessore Provinciale alla Cultura, Prof. Peppino Buondonno

IMG_3651

Dott.ssa Paola Gentili, moderatrice

Il Convegno è stato in realtà una due giorni di intensa formazione per il gruppo di persone che lo ha seguito integralmente. Tra i volontari Aloe, massicciamente presenti ai lavori del convegno, e i quattro relatori, che hanno saputo unire magnificamente passione e competenza,  si è instaurato un feeling che porterà a prossime future collaborazioni, magari curando maggiormente l’aspetto pubblicitario per fare in modo che la ricchezza di eventi di questo tipo possa essere percepita dal territorio, trattandosi di problematiche di grande rilievo per il nostro presente e il nostro immediato futuro.

Dott.ssa Paola Gentili
Responsabile Settore Cultura
ALOE Onlus

MATERIALI  DEL CONVEGNO

Intervento del Dott. Riccardo Borini

 

Intervento del Dott. Gabriele Sospiro

DOCUMENTARIO

Il diritto di essere italiani. 18 IUS SOLI di Fred Kuwornu

 

 

Commenti

commenti

Questa voce è stata pubblicata in Blog, Eventi, Integrazione e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.