Mani Kongo

Pièces d’identité

Il tema dell’intercultura attraverso il film

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Sesto incontro, ieri a Villa Nazareth, della serie IL SENSO DEL PARTIRE.
Pomeriggio dedicato al Cinema Africano con Pièces d’identité del regista congolese Dieudonné Mweze Ngangura, realizzato nel 1998 tra il Belgio e la Repubblica Democratica del Congo. Presentazione e commento di Bilo O’ssour, sindacalista CISL originario dello stesso Congo, ma ormai naturalizzato fermano dopo 25 anni di permanenza in Italia.
Il film racconta con i toni leggeri della commedia alcune situazioni emblematiche della complessa ricerca d’identità dell’Africa contemporanea. Il ruolo della tradizione africana nel mondo moderno, il rapporto conflittuale tra diverse generazioni, lo sguardo superficiale dell’Europa sui valori spirituali e culturali africani, la difficile ricerca d’identità delle seconde generazioni.

Il film,  ambientato ai nostri giorni, prende le mosse da un villaggio congolese, dove perdura ancora l’antica istituzione della monarchia del Congo, il Mani Kongo, un regno africano secolare restato per qualche secolo sotto l’influenza portoghese e poi caduto sotto l’apparente illuminata, in realtà feroce dominazione della monarchia belga, che ne aveva fatto un suo feudo personale, fino a quando, per riparare alle atrocità di una amministrazione ‘aziendale’, non diverrà formalmente ‘colonia dello stato belga’ intorno al 1910 e otterrà l’indipendenza nel 1960.

100_5689Dal ‘villaggio regale’ del Mani Kongo, alla caotica capitale Kinshasa e da qui alla capitale del Belgio, Bruxelles, si snoda la vicenda di un padre alla ricerca di sua figlia, attraverso un intreccio di personaggi che sono ‘neri’ e ‘bianchi’ contemporaneamente, o forse né l’uno né l’altro, pur con un diverso dosaggio. Nelle brume e nei fumi dell’alcol di una birreria di Bruxelles, luogo di convegno di improbabili reduci del Congo e derelitti personaggi vari, in cui il nostro Mani Kongo alla ricerca di una figlia inviata bambina in un collegio belga perché diventasse medico, ma di cui aveva perso le tracce, derubato dei suoi documenti e delle sue insegne regali finisce con il fraternizzare, nasce il sogno di una umanità  nuova, meticcia, non più tanto nera e non più tanto bianca. La finale positiva si gioca in un  carosello di circostanze e di intrecci che finiscono per dare corpo a questo sogno meticcio e pieno di speranza, sia nella terra d’origine dove Mani Kongo si appresta a tornare insieme alla figlia e a buoni propositi di cambiamento pur nel rispetto della tradizione ancestrale, sia nella stessa terra di immigrazione dove si riscopre un contatto ed una vicinanza creduta perduta.

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Abbiamo chiesto a Bilo O’ssour, che nella sua presentazione-commento ha saputo mettersi in gioco anche personalmente (proviene dalla stessa zona) di scriverci una breve nota sulla sua testimonianza, nota che ci farà avere a breve e che inseriremo in questa pagina a breve.

Chi è Bilo O’ssour

Peccato che l’incontro sia stato largamente disatteso rispetto alla frequenza registrata negli incontri precedenti. Ma per i pochi presenti, forse proprio grazie al fatto del numero ridotto che ha finito per generare maggiore familiarità, è stato un incontro intenso e partecipato.

Pièces d’identité è reperibile interamente su Youtube. Pertanto, mentre attendiamo le note di Bilo, vi proponiamo la visione del film, in modo che chi voglia possa ‘recuperare’ con facilità. Buona visione. Il film dura 92 minuti. Qui lo troviamo suddiviso in sette sezioni.

 

Pièce d’identité – Parte 1

Pièce d’identité – Parte 2

Pièce d’identité – Parte 3

Pièce d’identité – Parte 4

Pièce d’identité – Parte 5

Pièce d’identité – Parte 6

Pièce d’identité – Parte 7

 

 

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