Migrazioni e dono

Migrazioni di e fra culture.
Il dono di una vita e la vita come dono

Sabato 3 maggio 2014, presso la sala conferenze di Villa Nazareth, si è svolto l’ottavo incontro del corso IL SENSO DEL PARTIRE, incontro che aveva per tema: “Migrazioni di e fra culture. Il dono di una vita e la vita come dono” e per relatrice l’antropologa Dott.ssa Annamaria Fantauzzi, docente di Antropologia Medica e Culturale all’Università di Torino, responsabile dell’Osservatorio Nazionale per la cultura del dono del sangue di AVIS Nazionale.

Fantauzzi 1

Annamaria Fantauzzi è anche presidente della Onlus Prati-care e responsabile del progetto “dono degli organi e comunità immigrate” per AIDO Nazionale. Con Aloe questa è la seconda collaborazione, essendo già intervenuta al nostro Convegno “INcontroCULTURA”  del novembre scorso.

Per un impegno concomitante non ho potuto attendere a questo incontro, ma tutti i corsisti e i volontari Aloe presenti si sono dichiarati molto soddisfatti di come la dott.ssa ha affrontato e sviluppato con competenze e passione non comune la tematica propostale. La relatrice in ogni caso è stata così gentile che ci ha voluto lasciare le sue slides, utilizzate  per condurre l’incontro, che vi proponiamo qui di seguito.

 

Anna Maria Fantauzzi ha pubblicato diversi libri su questi argomenti, che potrebbe essere interessante conoscere

L’AUTRICE

Annamaria Fantauzzi, è docente di Antropologia medica e culturale all’Università di Torino, chargée de recherche al CERMES-CNRS Parigi. È referente dell’Osservatorio Interculturale di AVIS Nazionale e responsabile di missioni di Etnonursing in Kenya, Congo, Senegal e Romania. È inoltre docente di Antropologia medica e membro del comitato scientifico della Libera Università Europea A.E.ME.TRA (Torino) e docente di Antropologia culturale e delle migrazioni presso alcune scuole superiori. È curatrice dei volumi: L’altro in me (Milano 2008), L’AVO incontra la multiculturalità. Salute, immigrazione e volontariato (Torino 2011), Capire è già curare. Il rapporto operatore sanitario – paziente nelle differenti specializzazioni (Torino 2011), autrice di Antropologia della donazione (Milano 20011) e di Sangue migrante (Milano 2012) e di numerosi articoli e saggi comparsi su volumi e riviste internazionali e nazionali.

copPartendo da un’indagine condotta a Torino dall’AVIS su un gruppo di volontari italiani e marocchini, l’autrice mette in rilievo il carattere culturale e sociale della donazione del sangue.
La sua ricerca analizza in primo luogo il rapporto tra donazione del sangue e la categoria antropologica e etnografica del dono. Quindi, prende in considerazione le figure del medico e del donatore, ridefinendone ruoli e implicazioni. Infine, confronta le due tipologie di donazione, da parte di italiani e immigrati, per comprendere meglio le dinamiche di questo tipo di dono, nel tentativo di individuare quale posto rivesta nella società contemporanea.

Sangue migrante

Questo libro è un.analisi antropologica della pratica della donazione del sangue in due comunità di immigrati marocchini a Torino. Nella prima parte del testo la riflessione socio-antropologica si sofferma sui concetti di donazione e di dono del sangue, quest’ultimo indagato come pratica culturale e sociale, oltre che medica. Nella seconda parte del volume invece l’attenzione è rivolta, attraverso il resoconto etnografico, al fenomeno migratorio in Italia e alle implicazioni positive del migrante, considerato anche come ricchezza e non solo come problema. Dalla ricerca etnografica, svolta a Torino e in diverse città del Marocco, emerge, in primo luogo, una concezione della donazione del sangue come insieme di valori e di pratiche condivise non obbligate ma volontarie e senza alcuna costrizione. Il dono del sangue da parte degli immigrati marocchini esprime un gesto di altruismo incondizionato e il desiderio di integrazione nella società d’accoglienza, a dimostrazione della fallacia di tutti gli stereotipi che designano “l’altro” in termini negativi. In secondo luogo, affiora il contrasto fra corpi immaginati – gli stereotipi del marocchino-musulmano – e corpi parlanti – degli immigrati donatori di sangue -, in una dialettica nella quale sono in gioco culture, idiomi, religioni e simbolismi diversi

 

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