Marcia per la Solidarietà e la Pace 2022
Si è svolta come da programma, nella Domenica del 5 Giugno 2022, la 18° edizione della Marcia per la solidarietà, nella splendida cornice della macchia mediterranea che si stende tra i due gioielli di paesi Smerillo e Montefalcone; complice il bel tempo e il cielo leggermente nuvoloso che ha permesso di non soffrire tanto il caldo che imperversa in questi giorni.
La camminata nel bosco
A partire dalle ore 9.00 si sono ritrovate un centinaio di persone, alcune veterane di marce precedenti, altre alla loro prima occasione, presso la piazza di Smerillo, dove i volontari di Aloe avevano avevano organizzato banchetti informativi e di oggettistica tipica dell’associazione (libri, magliette, gadget missionari in genere), caffè e dolci per una colazione sostanziosa prima di incamminarsi per il bosco.
Dopo il saluto inziale a tutti i partecipanti da parte del sindaco del paese, Antonio Vallesi, la Marcia prende l’avvio con la lettura della splendida lettera che il compianto Lucidio Ceci (in appoggio al cui progetto scolastico la marcia stessa era stata ‘inventata’), ci aveva inviato nel maggio del 2012; la stessa lettera che a partire dal maggio 2014, ad appena due mesi dalla sua scomparsa, è stata scritta sulla pietra nella piazza di Smerillo in occasione della nuova denominazione “Piazza della solidarietà – Lucidio Ceci”, decisa dall’amministrazione comunale di allora, retta da Egidio Ricci.
Il paese delle fate – Lettera di Lucidio Ceci per la marcia del 2012
Una delle carateristiche più importanti della marcia stessa è sempre stato l’abbianamento fra l’aspetto ambientalista, la solidarietà con il bellissimo ambiente naturale del bosco, e l’aspetto universalista: le testimonianze missionarie. Anche in questa edizione, la camminata nel bosco è stata inframmezzata pertanto da soste durante le quali sono state lette lettere e messaggi fatteci pervenire per l’occasione dai vari missionari e volontari in rapporto con l’associazione: Ermelinda Sergolini dalla Bolivia, padre Mario Bartolini dal Perù, Tommaso Lombardi dal Brasile, Martina e Sirio dal Sudan, don Ernesto Villa dalla Tanzania, Abuna Jihad Youssef dalla Siria e padre Pierluigi Lupi dal Bangladesh.
Alcuni di questi messaggi sono stati un semplice saluto, come quello di padre Mario Bartolini, o un collegamento telefonico diretto, come quello di Tommaso Lombardi, oppure un file audio come quello di don Ernesto Villa, fratello di padre Rdemo recentemente scomparso. Altri sono stati dei testi scritti, che potrete trovare qui di seguito.
Anche in questa edizione light della nostra marcia, che ha fatto seguito a due anni di pausa a causa del Covid, non è mancato l’aspetto del divertimento, grazie all’animazione di Simone Palazzo e di Alice Ciccolini e rispettivi partner di animazione.
La giornata è terminata a Smerillo con una bella celebrazione eucaristica presideduta dal missionario don Italo Conti che ha trascorso quasi metà della sua interca vita, ben 37 anni, nella sua missione di Anatugia, in Argentina. Apprezzatissima la sua testimonianza missionaria, che anche se risalente ormai a 18 anni fa, è apparsa freschissima attraverso le sue parole.
Al termine della giornata ci siamo salutati dandoci appuntamento al prossimo anno per la 19° edizione. Un grosso ringraziamento alle amministrazioni comunali di Smerillo e di Montefalcone Appennino per la collaborazione, in modo particolare alla Pro-loco di Smerillo per tutto il supporto tecnico offerto alla organizazione della marcia stessa.
Lettere e messaggi dei missionari per la marcia
Dalla BOLIVIA, Ermelinda Sergolini
Montero 27 /05/ 2022
Carissimi amici di Aloe e carissimi partecipanti alla 18 marcia della solidarietà
Sono Ermelinda, Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe in Bolivia già da quasi 30 anni, precisamente a Montero nella regione tropicale di Santa Cruz de la Sierra. Provengo da Mogliano provincia di Macerata la parte di questa archidiocesi con qualcuno di voi già ci conosciamo personalmente con altri invece forse solo per esserci incotrati nel 20 anniversario della vostra fondazione.
Grazie nuevamente per questa possibilità di camminare idealmente insieme a voi. In questo tempo dopo la pandemia che ha toccato tutto il mondo, stiamo riprendendo le nostre attività anche se la macchina della solidarietà e della vicinanza alle nostre famiglie che assistiamo non si è mai fermata. Le famiglie che in questo momento stiamo aiutando attraverso il nostro Centro di promozione integrale Arco iris de la Alegria sono circa 150… Attraverso il centro che non vuol essere un centro di assistenzialismo ma di formazione integrale cerchiamo di arrivare ad ognuna di loro offrendo loro: alimenti una volta al mese, spazi di formazione sia per i bambini e ragazzi che formano parte del progetto sia dei genitori., doposcuola, lezioni di robotica, sport ( siamo alle prese per costruire un campo sportivo coperto affinchè anche quando piove possano allenarsi). In questi mesi stiamo anche intentando a formare le mamme con piccoli progetti produttivi, per la prima volta in maggio hanno partecipato ad una fiera esposizione dove hanno potuto presentare i loro prodotti e così far fruttificare il negozio a questo propósito stiamo anche offrendo corsi brevi di pasticceri e belleza. Oltre a questo aspetto stiamo favorendo piccoli progetti di carattere sanitario qui la salute è ancora riservata ai ricchi….. e per tante persone è molto difficile sostenere le spese delle cure.
Buon camino carissimi Amici e non dimenticatevi di pregare per me e per noi affichè possiamo avere un cuore di madre per ognuno di questi fratelli
Con affetto e gratitutdine Ermelinda
Dal SUDAN, Martina e Sirio
Carissimi,
come state?
Siamo Sirio e Martina e in questo momento vi scriviamo dal Sudan. Siamo una coppia sposata e da diversi anni abbiamo nel cuore il desiderio di spendere la nostra vita per chi ha molto meno di noi occidentali. Dopo anni di esperienze estive di volontariato in Sud America (Paraguay) e Africa (Kenya, Senegal, Guinea Bissau, R.D. Congo e Sudan), da qualche mese abbiamo lasciato i nostri lavori a tempo indeterminato per buttarci in questo nostro sogno.
Attualmente nello specifico siamo a Khartoum impiegati come Amministratore e Educatrice. Il Sudan è un paese molto difficile da tanti punti di vista: purtroppo la critica situazione politica rende il paese molto instabile e ci sono proteste quotidiane, nonché coprifuochi continui. Il clima è tremendo perché la temperatura non scende quasi mai sotto i 40 gradi e la popolazione è estremamente povera. Nonostante tutte le difficoltà che ci troviamo ad affrontare ogni giorno, non possiamo non notare la gentilezza delle persone e la loro propensione alla condivisione. A questo proposito vorremmo condividere con tutti voi una nostra riflessione scritta durante il mese del Ramadan che esprime bene lo spirito altruista di questo popolo.
Buona lettura e un caro (e caldo) saluto sudanese.
RAMADAN KAREEM
Il 1 aprile e’ iniziato il Ramadan e la frase piu’ ricorrente sentita in occasione del mese sacro per il mondo musulmano e’ “Ramadan Kareem”.
La traduzione letterale di questo augurio sarebbe “Che il Ramadan sia generoso” e racchiude in se’ lo spirito di questo mese, ossia la generosita’ nei confronti del prossimo, il concetto di condivisione e unione. I ritmi di lavoro sono rallentati, la vita e’ piu’ lenta rispetto agli altri periodi dell’anno, ma tutto riprende verso le 6:00 di sera con il canto del Muezzin. La voce che risuona ovunque dall’alto dei minareti indica la rottura del digiuno e la possibilita’ di bere e mangiare tutti isieme per le vie della citta’. E’ molto bello camminare per le strade di Omdurman durante l’Iftar (il pasto che rompe il digiuno) perche’ si vedono grandi tappeti colorati a terra e molte persone, la maggior parte uomini perche’ le donne stanno in casa con i figli, seduti insieme che consumano succhi di frutta e cibo tipico sudanese servito in grandi vassoi circolari al centro del tappeto. Vedere la condivisione di questo pasto serale e soprattutto ricevere molti inviti da perfetti sconosciuti per la strada ci fa molto piacere e ci fa sentire parte di questo mondo a volte cosi’ lontano dai nostri schemi e dai nostri valori.
Un giorno passeggiando abbiamo incontrato il fruttivendolo da cui ogni tanto compriamo manghi e banane. Era seduto sul tappeto insieme ai suoi amici e non appena ci ha visti si e’ alzato e ci ha portato un bicchiere di succo di datteri molto fresco e dolce. Non parla inglese e noi non parliamo arabo, ma siamo riusciti a ringraziare il suo gesto generoso e a fargli capire che il succo era molto gustoso.
Finito il pasto che dura circa mezz’ora, la citta’ si sveglia dal torpore della giornata calda, la gente esce, i negozi e i ristoranti si riempiono di persone e questo fino a tarda notte, prima che la gente torni a riposare per poi ricominciare il digiuno verso le 4:00 di mattina.
Sicuramente il Ramadan e’ un mese di sacrifici e difficile per tutti, anche per noi occidentali che spesso fatichiamo a capirne il senso e ad adattarci alla lentezza dei ritmi. Non e’ semplice accettare come tutto rallenti quando invece ci sarebbe molto da fare e quando siamo cosi’ abituati a ritmi serrati. Al centro OVCI abbiamo ancora parecchio materiale da donare e distribuire ma le famiglie spesso non si presentano, lo stesso vale per gli appuntamenti che i bimbi hanno con le fisioterapiste. Ci arrabbiamo perche’ per strada e’ difficile trovare i tirhal (taxi) per spostarsi e se si desidera mangiare qualcosa, non tutti i ristoranti sono aperti e puo’ essere difficile trovare qualcosa anche ai Dukan (piccoli supermercati) perche’ sono chiusi, soprattutto fuori dalla citta’ e dai centri piu’ abitati. La gente sembra molto stanca e in alcuni casi sofferente durante le ore centrali del giorno e ci chiediamo quotidianamente che senso abbia tutto cio’, ma ogni volta che chiediamo ai locali come fanno a sopportare questa fatica, ci rispondono con un sorriso dicendo che ci si abitua e che comunque sono forti in nome di Allah. Ci sorprende la loro forza di volonta’ e dedizione che sicuramente nel nostro mondo tanto individualista abbiamo perso e ancora di piu’ il senso dell’attesa che rende il momento conviviale del pasto ancora piu’ bello e prezioso.
Ramadan Mubarak (che il Ramadan si benedetto e generoso) a tutti!
Martina Luchi, Sirio Cingolani
Dalla SIRIA, Abuna Jihad Youssef
Carissimi amici, pace e bene.
Pace a voi che fate la marcia per la pace. Ogni sforzo per la pace, fatto e compiuto con sincerità porterà il suo frutto a suo tempo. Possa ogni vostro passo essere una goccia di pioggia di pace che scolpisce la dura pietra dell’ingiustizia, del dolore, della discriminazione, dell’egoismo e della guerra.
Chiedo a Dio, buono e misericordioso, di far spuntare rose e fiori sulle vostre orme, sulla terra che calpestate durante il vostro pellegrinaggio.
Alle volte, nonostante le fatiche e l’impegno, i risultati possono essere o sembrare scarsi, insoddisfacenti e soprattutto non immediati. Dalla mia esperienza vi dico: coraggio, non temere, non mollare, alziamo il nostro capo, il nostro sguardo su e guardiamo la nostra meta, guardiamo l’orizzonte. Anche se sembra ancora lontana, camminare è già arrivare, le distanze attraversate fanno parte della meta da raggiungere.
Grazie che ci siete, buon cammino.
Dal BANGLADESH, padre Pierluigi Lupi
MESSAGGIO IN OCCASIONE DELLA 18* EDIZIONE IN MARCIA PER LA SOLIDARIETÀ
“Nel profondo della foresta del Turak,
là, dove crescono le erbe velenose
là , crescono anche le erbe curative .”
Chissà perché,
quando mi è stato chiesto di inviarvi un breve messaggio,
dal Bangladesh,
in occasione della diciottesima edizione di
IN MARCIA PER LA SOLIDARIETÀ,
l’accavallarsi dei mie pensieri,
come un’onda prepotente,
mi ha riproposto questo detto della minoranza etnica dei Garo
( popolazione che vive al Nord del Bangladesh e nel Nord-Est dell’India )
Sarà perché questa marcia è tra i boschi ….
un ritorno ravvicinato con la natura e tutto ciò
che è stato creato … che tanto ha ancora da comunicarci;
sarà perché la situazione che stiamo vivendo
si snoda tra realtà vicine di morte e di vita,
di relazioni violentemente lacerate …
come di altre spontaneamente e amorevolmente create;
sarà perché il mistero del MALE …
ci resta incomprensibile … ci confonde
e il mistero del BENE …
non sempre ci attira e ci convince
nel suo invito ad unirci per percorrere sentieri di pace e di solidarietà.
Da Smerillo a Montefalcone …
dalle Marche al Bangladesh …
da qualsiasi parte ci troviamo …
marciare, coinvolgersi per la Solidarietà e la Pace
richiede a tutti di fare gli stessi passi
e di coltivare nel proprio profondo
erbe che danno, rafforzano e curano la vita …
ed estirpare quelle che la soffocano e la avviliscono:
Che cos’ è la vita ?
Che cos’è la pace?
Cos’è la solidarietà …
se non una globale catena di relazioni positive e operative con ogni vita creata,
umana e non, …
relazioni determinate non da ragioni politiche, economiche o da qualsiasi
interesse di parte,
ma rese possibili dalla profonda convinzione che
ogni vita creata è stata creata per interagire ed alimentare la vita di altri e,
così facendo, far maturare e realizzare la propria esistenza.
Ciò che alimenta e fa crescere la pace e la solidarietà
è il coraggio e il rischio di incontrarsi,
è lo sguardo che si immerge nello sguardo dell’altro
per trovare se stesso,
è la mano che stringe la mano e … insieme si riaprono per
per far fronte alle fatiche e alle gioie della vita di ogni giorno,
è il pane spezzato e il vino condiviso attorno ad unica mensa
… sapori e odori che fanno famiglia.
La marcia per la solidarietà e la pace
che Lucidio Ceci,
nella sua vita e nella sua missione qui in Bangladesh,
con passione e coraggio,
ha condiviso con voi per lunghi anni
possa ancora oggi,
un oggi lacerato e teso per l’irruzione di erbe velenose
entusiasmarci
e, chinandoci nel profondo del nostro essere,
continuare a coltivare erbe curative
che sappiano guarire e rinvigorire
realtà di solidarietà e di pace
dentro di noi e attorno a noi….
A tutti noi auguri reciproci di un Buon Cammino ….
P. Pier Lupi s.x. BANGLADESH. 05.06.2022