Terroni e Carnefici

Terroni e carnefici:
la storia di un genocidio!

Per un diverso racconto del Risorgimento italiano

Sabato 5 Maggio 2018, presso l’AULA MAGNA dell’Istituto Tecnico Tecnologico “G. & M. MONTANI” di FERMO, sarà presente PINO APRILE, giornalista e scrittore, autore di numerosi saggi fra i quali, a partire dal 2010, diversi libri dedicati alla divulgazione di una visione storica dell’Italia, riguardante il Risorgimento, del tutto diversa da quanto ci raccontano solitamente i libri di storia.

Un diverso racconto dell’Unità d’Italia condiviso con molti altri autori, ma che fa fatica ad entrare nel discorso ufficiale. Una diversa visione della storia italiana con la quale, se confermata, diventa imprescindibile confrontarsi per capire l’Italia di ieri e di oggi, e per costruire insieme un’Italia migliore nel futuro.

Terroni e Carnefici

 

La conferenza è dedicata in particolare agli studenti delle classi terminali del Montani, ma è aperta anche a tutta la cittadinanza; in particolare agli insegnanti di storia degli ultimi anni di scuola superiore, compatibilmente con la capienza della sala.

 

Dalla prefazione al libro Terroni:

TERRONI“Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni. E cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni “anti-terrorismo”, come i marines in Iraq.

Non sapevo che, nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani, durante il conflitto etnico; o come i marocchini delle truppe francesi, in Ciociaria, nell’invasione, da Sud, per redimere l’Italia dal fascismo (ogni volta che viene liberato, il Mezzogiorno ci rimette qualcosa).

Ignoravo che, in nome dell’Unità nazionale, i fratelli d’Italia ebbero pure diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma.

E che praticarono la tortura, come i marines ad Abu Ghraib, i francesi in Algeria, Pinochet in Cile.

Non sapevo che in Parlamento, a Torino, un deputato ex garibaldino paragonò la ferocia e le stragi piemontesi al Sud a quelle di «Tamerlano, Gengis Khan e Attila». Un altro preferì tacere «rivelazioni di cui l’Europa potrebbe inorridire». E Garibaldi parlò di «cose da cloaca».

Né che si incarcerarono i meridionali senza accusa, senza processo e senza condanna,come è accaduto con gl’islamici a Guantànamo. Lì qualche centinaio, terroristi per definizione, perché musulmani; da noi centinaia di migliaia, briganti per definizione, perché meridionali. E, se bambini, briganti precoci; se donne, brigantesse o mogli, figlie, di briganti; o consanguinei di briganti (sino al terzo grado di parentela); o persino solo paesani o sospetti tali. Tutto a norma di legge, si capisce, come in Sudafrica, con l’apartheid.

Io credevo che i briganti fossero proprio briganti, non anche ex soldati borbonici e patrioti alla guerriglia per difendere il proprio paese invaso.

Non sapevo che il paesaggio del Sud divenne come quello del Kosovo, con fucilazioni in massa, fosse comuni, paesi che bruciavano sulle colline e colonne di decine di migliaia di profughi in marcia.

Non volevo credere che i primi campi di concentramento e sterminio in Europa li istituirono gli italiani del Nord, per tormentare e farvi morire gli italiani del Sud, a migliaia, forse decine di migliaia (non si sa, perché li squagliavano nella calce), come nell’Unione Sovietica di Stalin.

Ignoravo che il ministero degli Esteri dell’Italia unita cercò per anni «una landa desolata», fra Patagonia, Borneo e altri sperduti lidi, per deportarvi i meridionali e annientarli lontano da occhi indiscreti.

Né sapevo che i fratelli d’Italia arrivati dal Nord svuotarono le ricche banche meridionali, regge, musei, case private (rubando persino le posate), per pagare i debiti del Piemonte e costituire immensi patrimoni privati.

E mai avrei immaginato che i Mille fossero quasi tutti avanzi di galera.

Non sapevo che, a Italia così unificata, imposero una tassa aggiuntiva ai meridionali, per pagare le spese della guerra di conquista del Sud, fatta senza nemmeno dichiararla.”

 

 

CHI E’ PINO APRILE:

Pino-AprilePresentazione dell’autore comparsa nell’ultimo libro, scritto a più mani,
Attenti al Sud, edizioni PIEMME, del 2017

«E pensare che non volevo lavorare… Non credo in un’altra vita e, da tarantino (nato a Gioia del Colle), mi bruciavo l’unica nello stabilimento siderurgico come mio fratello (tecnologo per passione e professione) e i miei amici? Il compromesso fu: se mi pagano per fare quello che mi piace (viaggiare, studiare, osservare, scrivere) ne possiamo parlare.» Così Pino Aprile, da perito meccanico divoratore di letteratura e pochi esami di fisica all’università, a 20 anni entra alla «Gazzetta del Mezzogiorno»: non aveva mai toccato (figurarsi leggere!) un quotidiano in vita sua; sfogliò il primo per cercare il suo articolo d’esordio. E con il primo stipendio si sposò: a 25 anni aveva già due figlie. Poi scrisse (cambiali per mobili e altre necessità) per un gran numero di testate; prima dei trent’anni passò a «Oggi», dove è rimasto venticinque anni, capo della redazione romana e vicedirettore, prima di andare a dirigere «Gente».

Nel frattempo, aveva lavorato in Rai a Tv7 e, con Sergio Zavoli, alla mega-inchiesta a puntate Viaggio nel Sud. La passione della vela lo ha portato a dirigere il mensile «Fare Vela» e a scrivere tre libri di mare (Il mare minore; A mari estremi; Mare, uomini, passioni). Il primo libro, Elogio dell’imbecille fu un caso editoriale in Spagna, bestseller per diversi mesi. Seguirono Elogio dell’errore, Il trionfo dell’apparenza. Terroni scalò le classifiche dal giorno di pubblicazione; nessun libro sull’argomento ha venduto così nell’ultimo mezzo secolo: è longseller ancora oggi, dopo sette anni. Ne seguirono altri cinque sul tema; il più importante di tutti, l’ultimo, Carnefici

 

Bibliografia di Pino Aprile sul tema:

APRILE P., Terroni : tutto quello che è stato fatto perchè gli Italiani del Sud diventassero meridionali, Milano : Piemme, 2010

Idem, Giù al Sud : perchè i terroni salveranno l’ItaliaMilano : Piemme  2011

Idem, Mai più terroni : la fine della questione meridionale, Milano : Piemme  2012

Idem, Il Sud puzza : storia di vergogna e d’orgoglio, Milano : Piemme, 2013

Idem, Terroni ‘ndernescional : e fecero terra bruciata, Milano : Piemme, 2014

Idem, Carnefici. Fu ‘genocidio’: centinaia di migliaia di italiani del sud uccisi, incarcerati, deportati, torturati, derubati. Ecco le prove, Milano : Piemme 2016

Aprile P. – Nigro R. – Gangemi M. – De Govanni M., Attenti al Sud, Milano: Piemme 2017

TERRONIMai più terroniGiù al sudIl sud puzza

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