Cultura etnica

La famiglia Bemba

Conversazione con Joseph Chalawila

La famiglia Bemba è immersa nella vita comunitaria del villaggio. Nella famiglia l’uomo è il capo e tutto ruota attorno a lui. Lui è il responsabile della famiglia, del cibo e di tutto il resto.

Ogni mattina e ogni sera tutti gli uomini prima di disperdersi e prima di ritirarsi nelle proprie case si radunano collettivamente in un posto stabilito, l’Insaka. A seconda della grandezza del villaggio ci può essere una, due o tre Insaka attorno alle quali ruotano le singole parti del villaggio. Nell’Insaka gli uomini discutono sulla vita del villaggio, sul lavoro da iniziare, ecc.

I ragazzi prima dei 17/18 anni si alzano molto presto alla mattina e vanno all’Insaka ad accendere il fuoco se fa freddo, per riscaldare l’uomo che arriverà poco dopo; o in generale per prepararla all’arrivo degli uomini.

Dopo l’arrivo degli uomini, le rispettive donne verranno a portare da mangiar per i loro mariti che consumeranno la colazione e la cena tutti assieme. I ragazzi restano nell’Insaka, ma non mangeranno insieme agli uomini, mangeranno dopo, se sarà rimasto qualcosa. Le donne invece tornano alla loro capanna e solo dopo aver portato il cibo ai loro uomini potranno mangiare esse stesse, magari insieme alle loro vicine. Le ragazze ovviamente stanno con le madri.

L’Insaka è per il ragazzo il luogo del suo apprendistato. Nell’Insaka ascolterà i discorsi dei grandi e imparerà a lavorare, a fare cesti, ecc. E’ il luogo della sua formazione. Dopo il 20mo anno i giovani ormai autosufficienti, si raduneranno tra di loro in un’altra Insaka adatta alla loro età; questo fino al loro matrimonio. Ad un certo punto il giovane si sente maturo per il matrimonio, ha imparato tutto quello che serve per poter portare avanti una famiglia. Esprime questa sua intenzione ai genitori. I genitori, padre e madre, si consultano fra di loro e si guardano attorno nel villaggio per trovare una famiglia per bene che ha una ragazza da maritare. Vanno e si consultano con i genitori di lei. Se questi sono d’accordo, ritornano e parlano al giovane. Il giovane può anche rifiutarsi, magari preferire una sorella più giovane della ragazza designata. In genere le sorelle si dovrebbero sposare per ordine di età. Se la prescelta è la seconda, questa deve fare una offerta alla sorella più grande, l’offerta può anche consistere in una gallina, per rendere tributo all’età e per farsi perdonare della precedenza.

Quando tutti sono d’accordo, compreso il ragazzo, i genitori del ragazzo scelgono nel villaggio un uomo di fiducia, lo Shibucombe, che d’ora in poi sarà il tramite ufficiale delle trattative. Lo Shibucombe si recherà con un’offerta messa in un cesto – l’offerta può essere del denaro, del cibo, dei gioielli, ecc. – dai genitori della ragazza e parlerà in prima persona usando il nome del ragazzo. Se ad esempio il ragazzo si chiama Joseph, dirà:”Sono io, Joseph che sono venuto con quest’offerta, cosicché vostra figlia possa preparare i pasti e pulire la mia casa”. Al che i genitori di lei risponderanno con un “Tu sei il benvenuto!” Lo Shibucombe tornerà indietro a portare la buona notizia dell’accoglimento dell’offerta.

Da questo momento il ragazzo andrà spesso nella casa dei genitori della ragazza per aiutarli nel lavoro. Se è di un villaggio diverso, andrà a vivere nel villaggio della ragazza e lavorerà per i genitori di lei; e la ragazza, sempre accompagnata da un fratello o una sorella si recherà nella casa del ragazzo per portargli il cibo, pulirgli la casa, lavargli i vestiti. Non potrà mai recarsi da sola per non essere tentati. Lei dovrà arrivare vergine al matrimonio. Una ragazza che resta incinta prima del matrimonio, costringendo la famiglia ad un matrimonio anticipato, è una vergogna per la casa.

L’impegno lavorativo del giovane è molto importante al momento del pagamento della dote. Egli potrà far valere il suo impegno perché sia ridotta la somma che i genitori di lei chiederanno in cambio della figlia.

Quando il ragazzo ritiene giunto il momento del matrimonio, torna a casa dai suoi, o parla con i suoi genitori, e torna a mettersi in moto lo Shibucombe che si recherà dai genitori di lei per chiederla in sposa e per stabilire il prezzo della dote. Poi ritorna dal ragazzo e riferisce. Se il ragazzo ritiene che gli si è chiesto troppo, incarica lo Shibucombe di far valere le sue ragioni, se però alla fine i genitori di lei insistono, lui manderà a dire: “Voi avete legato le mie mani, ma i miei piedi sono ancora liberi di camminare” il che vuol dire che non potendo pagare subito, pagherà poco a poco.

Della formazione della ragazza è incaricata soprattutto la nonna o le zie. Quando una ragazza raggiunge la maturità fisica verso in 14/16 anni, le anziane si riuniscono e stabiliscono che è giunto il momento di informarla su tutto. La ragazza trascorrerà un mese intero in casa della nonna senza poter uscire mai, e la nonna la istruirà su tutti gli aspetti della vita sessuale ed esistenziale con un uomo. Dopo questo mese la ragazza non potrà mai più andare via da sola, ma sempre in compagnia di qualcuno della famiglia, magari un fratello più piccolo. Il matrimonio non è mai prima del 20mo anno di età.

Se una coppia dopo qualche anno di matrimonio è senza figli, si compiono delle ricerche per stabilire come stanno le cose e di chi è la colpa. La donna viene interrogata dalle anziane, soprattutto la nonna, su tutti gli aspetti della vita sessuale della coppia, che cosa lei prova, ecc. Contemporaneamente la stessa cosa avviene per lui. Viene esaminato anche il suo sperma,da uno zio o anche dalla nonna. Se lo sperma è denso, vuole dire che non dipende da lui il non avere figli, se lo sperma è troppo liquido, vuol dire che dipende da lui.

Ma c’è anche una prova sperimentale. Lui sceglie una cugina sposata di lei e per un mese ha rapporti sessuali con lei. La cosa è conosciuta solo dai responsabili della sua famiglia, non dal marito della cugina, che non lo verrà mai a sapere. Se questa cugina resta incinta, vuol dire che lui è capace di essere padre. La stessa cosa avviene per lei che si unisce ad un cugino o nipote di lui. Se resta incinta vuol dire che dipende da lui. Può capitare che le rispettive prove sperimentali danno esito positivo entrambe. Allora si ricorre ad una medicina che purifica il sangue o i testicoli e rende possibile la fecondazione. Anche se uno dei due è infecondo si ricorre ad una medicina. Se nonostante la medicina non succede niente, allora se è lui ad essere incapace di fecondare, ci sarà un accordo segreto fra i due e la moglie continuerà ad avere rapporto con il parente di lui per avere figli, ma sarà un segreto per tutti. L’uomo non perderà l’onore. Se invece è lei ad essere incapace di generare, allora l’uomo può prendersi una seconda moglie dalla famiglia di lei, che è tenuta a dargli una donna capace di fare figli. Le due donne vivranno insieme con lui nella stessa casa, se ci sono stanze differenti, o in capanne vicine.

La poligamia è presente tradizionalmente, ma in genere sono solo i capi che possono permetterselo. Nel caso in cui ci siano più di due mogli, le prime due possono abitare nella stessa casa di lui, le altre in altre case sparse nel villaggio. Le prime due mogli hanno anche un nome particolare: la prima si chiama Mukolo, che è anche il nome riservato in genere da tutti alla moglie, la seconda si chiama Mwinga. Quando qualcuno o qualcuna resta vedovo/a, dapprima si cerca il nuovo partner nella stessa famiglia, ma poi anche altrove.

 

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